La protesta sfocia in guerriglia:
tra gli studenti anche back bloc,
teppisti e estremisti incappuciati
ROMA
Prima i cortei poi il cuore di Roma devastato dai teppisti che hanno trasformato il centro della città in un campo di battaglia. Scontri con le forze dell’ordine, barricate in fiamme, blindati assaltati, atti di vandalismo che hanno reso il salotto della Capitale teatro di una guerriglia senza quartiere. È l’istantanea della giornata di protesta contro la fiducia ottenuta dal governo.
Scene che a tratti ricordano quelle di violenza degli anni ’70. Il bilancio è di oltre cento feriti, 57 tra le forze dell’ordine e 62 tra i manifestanti, dei quali 40 medicati sui luoghi degli scontri e 22 portati in ospedale. Alla fine sono 41 i fermati, tutti accusati di violenza, resistenza, devastazione e uso di armi improprie. Tutti ragazzi giovanissimi, romani e qualche napoletano, poca politica in testa ma molte azioni di violenza urbana nel curriculum: risse in strada e da stadio, vite difficili di borgata.
Cappuccio e sciarpe neri, quasi nuovi black bloc, hanno seminato il panico per ore trasformando il centro in un’inedita Beirut capitolina. E il sindaco Alemanno in serata parla di «violenza gratuita, vergognosa e senza giustificazioni»: lo fa da Piazza del Popolo, il gioiello di Valadier trasformato in un fronte di guerra. Eppure la protesta la mattina era stata civile. I cortei, partiti da diversi punti della città, formati da studenti, precari, esponenti dei centri sociali e del coordinamento "Uniti contro la crisi", di cui fanno parte gli operai della Fiom, gli aquilani e i cittadini di Terzigno anti-discarica, avevano animato le strade del centro, sorvegliato speciale fin dalle prime luci dell’alba. Piccoli eccessi come il lancio di petardi, finiti all’interno dei Mercati Traianei e nei Fori, l’accensione di fumogeni e cori contro il Governo.
Ma le avvisaglie che la protesta poteva essere più dura ci sono state prima davanti al Senato e poi nei pressi della Camera: dal corteo a più riprese si sono staccati gruppetti di ragazzi col volto travisato da sciarpe nere e cappuccio nero della felpa che hanno lanciato bottiglie e petardi contro i blindati. Alcuni sacchetti di letame e poi fumogeni e bombe carta in via degli Astalli, una strada proprio dietro palazzo Grazioli. Davanti al Senato ancora petardi, bombe carta, vernice colorata e fumogeni. Il tentato assalto ad alcuni blindati con pale e mattoni, presi da un camioncino, provoca la prima carica della polizia. Da qui in poi è la cronaca di un giorno di violenza inaudita. I nuovi black bloc si staccano dal corteo e in poche centinaia seminano terrore e devastazione. Ovunque passano sfondano le vetrate di banche, danneggiano auto, sradicano segnali stradali e li usano come ariete contro le vetrine....
segue LA STAMPA