Ferrara supereva I Gatti Turchini di Riccardo Roversi

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Piccolo grande libello (Este Edition), mix tra guida turistica immaginaria, narrativa minimalista, paradossalmente neorinascimentale: ovvero i Gatti Turchini di Riccardo Roversi, tra i migliori scrittori ferraresi del nostro tempo, e l’artista visivo Louis Olivencia, di origine americane, noto anche come stilista di moda…

L’opera evidenzia una scansione o uno scanner persino di Ferrara, distante dalla consueta esegetica di certa Ferrara stessa, città di scrittori, dove le note estetiche non sempre trascendono le mura. In questa modulazione, siamo, invece, simultaneamente al di qua e al di là del limes… del villaggio…

La cifra è opposta: la metafisica qua è dinamica, in un salto trans temporale, dove icone storiche della città, medievali, rinascimentali, estensi, finanche neoestensi e modernistiche, si compenetrano come in un software contemporaneo, le parole di Roversi (e le immagini di Olivencia) come byte remixati di un inedito secondo rinascimento…

Appunto, la velocità sorprende l’immaginario classico.. estense, frullato come in sequenza cinematografica, un trailer quasi di Ferrara città dì’arte del duemila, dove le dame Marfisa e Lucrezia e tutte le altre bevono quasi una cioccolata in tazza nei moderni bar del centro storico, oppure giocano a moscacieca con un Bassani ancora giovane universitario… e sullo sfondo già appare il sorriso malizioso e perturbante e moderno di un Sgarbi sembiante….

Ulteriormente, una melanconia soffusa attraversa le puntate delle parole: virtuose e liriche eppure modernissime, aperte e rilanciate oltre gli orizzonti dei tetti e i mattoni rossi dai quasi grafffiti quasi cyber e futuribili di Olivencia..

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Roberto Guerra