Un grosso passo indietro –invece- sembra essere legato all’avvento del digitale terrestre. A denunciarlo sono la Fand (Federazione tra le associazioni nazionali delle persone con Disabilità) e la Fish (federazione italiana per il superamento dell’handicap): esse, infatti, hanno reso noto che «l'avere affrontato con colpevole ritardo e trascuratezza i servizi di sottotitolazione può far sì che questi rimarranno a lungo inapplicabili alla programmazione RAI sui canali del digitale terrestre». Ciò ovviamente andrà a discapito delle persone non udenti perché -se non si troverà a breve una soluzione- per un tempo imprecisato esse avranno un servizio di sottotitolazione limitato.
Fish e Fand affermano inoltre che tutto questo “potrebbe assumere i connotati di una violazione senza precedenti dei diritti degli utenti. La RAI, infatti, verrebbe di fatto a porre un ostacolo alla piena partecipazione di tutti i cittadini, in palese violazione degli obblighi del servizio pubblico e di quanto stabilito dalla Convenzione ONU sui Diritti delle persone con disabilità, a tutti gli effetti una legge del nostro Stato (la Legge 18/09)”.
In attesa di ulteriori sviluppi in merito a questi importanti problemi, ricordo che le nuove tecnologie hanno permesso di migliorare la vita di tutti noi, ma che -in presenza di difficoltà di tipo motorio o sensoriale- esse si sono spesso rivelate fondamentali per ridurre o annullare l’handicap stesso.
Per questo stesso motivo la loro carenza o inadeguatezza può giocare a sfavore delle persone portatrici di disabilità. A tal proposito è forse importante sottolineare che, nel nostro territorio, ci sono zone in cui non è stato ancora attivato il servizio Adsl.