Transumanisti Ben Goertzel a Transvision 2010

Ben Goertzel at Singularity Summit 2009 -- Pathways to Beneficial Artificial General Intelligence from Singularity Institute on Vimeo.

GOERTZEL.jpgTRANSVISION 2010 22-24 OTTOBRE MILAN  MUSEO DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA LEONARDO DA ViNCI

A CURA ASSOCIAZIONE ITALIANA TRANSUMANISTI

Ben Goertzel is founder and CEO of two computer science firms Novamente LLC and Biomind LLC, and of the non-profit Artificial General Intelligence Research Institute. He serves as Director of Research for the Singularity Institute for AI.

*da http://www.nomads.it/continua.php?cod=1124&pagina=6



Intelligenza artificiale/La visione di Ben Goertzel
Il Sole 24 ore

22/11/2006

 

Il nostro futuro? Sarà costruito artificialmente. Una scuola di pensiero tenta di imitare il cervello e i suoi processi, l'altra vuole creare una mente basata su strutture diverse

Non hanno mai smesso di provarci, nonostante i ripetuti insuccessi e le défaillance che ne hanno costellato l’arduo cammino. Creare sistemi d’intelligenza artificiale con livelli di competenza ed efficacia pari se non superiori a quelli umani è la grande sfida che gli scienziati in generale - e i computer scientist in particolare - hanno lanciato a se stessi. Ma ancor oggi la comunità scientifica si divide sulle modalità con cui ciò potrebbe avvenire.

Fra i ricercatori più attivi nel campo dell’Artificial Intelligence (AI) spicca Ben Goertzel, nato nel 1966 a Rio de Janeiro e cresciuto in mezzo agli hippy dell’Oregon prima di bruciare le tappe della propria formazione entrando all’università a 15 anni, laurearsi in matematica, prendere un dottorato nella stessa disciplina, scrivere una serie di libri che preludono alla sua vera passione - “The structure of intelligence” (La struttura dell’intelligenza), “Evolving Mind” (Mente in evoluzione), “Creating Internet Intelligence” - saltare da un centro di ricerca all’altro (dal Messico alla Nuova Zelanda), da una start up all’altra, per finire nell’area di Washington DC, a fondare “Novamente”, la società che sta lavorando per mettere in pratica le sue teorie su come costruire una vera “mente artificiale”, una mente che dovrebbe aiutarci a stare al passo con un progresso tecnologico sempre più rapido e a cui le nostre capacità mentali non riescono a far fronte in maniera efficace e razionale. “E’ un pensiero spaventoso quanto eccitante”, dice Goertzel anticipando il futuro che verrà, “se per noi umani le cose si mettessero male potrebbe essere la nostra fine; in uno scenario più favorevole, invece, potremmo arrivare a realizzare molti, se non tutti, i nostri sogni”. Goertzel è decisamente convinto che sia possibile costruire un sistema di AI in grado di superare le nostre facoltà mentali: “Basta adottare l’approccio giusto. Quello che accade nella mia testa è frutto di un processo meccanico. Strano e particolarmente complicato, ma pur sempre un processo meccanico e come tale simulabile da un computer. Serve solo l’idea giusta. Una volta che abbiamo quella, possiamo sederci alle tastiere e scrivere il codice adatto per implementarla”. Come si diceva, due sono le scuole di pensiero in cui si dividono coloro che stanno facendo ricerca sull’AI. Da un lato c’è chi tenta di imitare il funzionamento del cervello umano e i processi di formazione del pensiero. Dall’altro c’è chi sta cercando il modo di creare una mente artificiale che non abbia nulla a che fare con la mente umana, che si basi su algoritmi diversi, diversi modi di strutturare i dati, diverse dinamiche, più adatte a interagire con l’infrastruttura digitale dei computer. “Nel lungo periodo entrambi gli approcci possono funzionare”, concede Goertzel, “Ma nel primo caso dobbiamo attendere i risultati degli studi dei neuroscienziati, perché sappiamo ancora troppo poco dei processi di funzionamento del nostro cervello”. Da qui la predilezione di Goertzel per il secondo approccio: “Dobbiamo solo trovare la giusta combinazione di algoritmi per poter scrivere il codice giusto. Se ciò non è ancora accaduto è perché non ci sono abbastanza persone impegnate a lavorarci su. Prendiamo il Manhattan project (da cui nacque la bomba atomica, ndr)”: quando si decise di mettere le più brillanti menti del pianeta – con piena disponibilità di risorse – a risolvere un problema guardate cosa furono in grado d’inventare. Sfortunatamente per l’umanità, il problema in questione era uccidere più gente possibile nella maniera più efficace possibile”.
Per giunta, secondo lo studioso, la gente intenta a creare una mente artificiale lo sta facendo in modo distorto: “Pensano troppo come dei computer scientist; l’informatica è connessa alla matematica, dove tutto si basa sulla ricerca della soluzione più semplice, elegante e compatta possibile. Ma nell’AI non si può trovare una singola rappresentazione della conoscenza, un singolo algoritmo che possa spiegare tutta la diversità che si trova nella nostra mente.” Il punto di partenza per Goertzel deve invece essere il concetto di “phenomenal self” elaborato dal filosofo Thomas Metzinger, secondo il quale il “sé” è un’illusione: “Non c’è un Ben Goertzel olistico e unificato nel mio cervello, ma quest’ultimoo è configurato in modo da costruire e aggiornare costantemente questa mia illusione di un Ben Goertzel unificato. Per farlo ha bisogno di riconoscere costantemente pattern diversi al suo interno (teoria spiegata nell’ultimo libro del matematico: “The Hidden Pattern”, il pattern nascosto, ndr). Per questo abbiamo bisogno di creare una comunità molto eterogenea di motori, con diversi livelli di specializzazione e di generalizzazione, così come ci serve elaborare una prassi di auto-analisi e auto-riconoscimento. Una volta che abbiamo questo, abbiamo una mente.”
A Novamente Goertzel sta lavorando proprio all’impresa di disegnare una struttura di AI da cui possa emerge un “phenomenal self”, un sé fenomenico capace di riconoscere pattern sufficientemente complessi, incluso il pattern di sé stesso. Un sé che il sistema possa capire e modificare man mano che attraversa il mondo (per vie digitali) e impara. “A quel punto – conclude lo studioso - un’intelligenza artificiale in grado di essere sempre più intelligente, fino al punto di divenire superumana, potrebbe aiutarci a risolvere molti problemi e fare molte cose per noi. Sempre che sia una ‘mente benevola’”. Ma questa è un’altra storia…

Arianna Dagnino


 http://goertzel.org/  

http://en.wikipedia.org/wiki/Ben_Goertzel

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