ROMA - Silvio Berlusconi chiama la mattina: "Adesso vado a Bruxelles e ci penso io. Proveremo fino alla fine, parlerò con i premier europei". Ma quando arriva la telefonata del Cavaliere Massimo D'Alema sa già che la sua missione da difficile è diventata impossibile. In questi ultimi giorni ha parlato a più riprese con Poul Rasmussen, presidente del Partito socialista europeo e suo alleato nella corsa a Mister Pesc. Interlocutore giusto, perché proprio nella famiglia dei socialisti bisognava fare breccia, ma non abbastanza pesante.
"Sono stato frenato da Zapatero, da Brown, dagli accordi tra i governi per i commissari economici. E dal Pse", si è lasciato scappare D'Alema ieri sera dopo la bocciatura non più inattesa. L'accordo tra Gordon Brown e il primo ministro spagnolo ha stretto la corda intorno al collo del concorrente italiano. "Hanno dato diritto di precedenza a chi appartiene al Partito socialista europeo", è stata l'analisi fatta con la pattuglia dei fedelissimi che ha atteso con lui l'esito nella sede della fondazione Italianieuropei. Il Partito democratico è fuori da quel consesso, una scelta che è stata forse compresa dai laburisti inglesi, mai invece dal Psoe spagnolo, partito tra i più gelosi della storia e delle radici del movimento operaio. ...
continua