LA DESTRA FERRARA RISPONDE AL SENATORE BALBONI
In un servizio pubblicato qualche giorno fa sulla stampa ferrarese (ESTENSE COM eccetera) il Sen. Balboni si riferisce al sottoscritto definendolo “il segretario del partito di Storace”. Se questo è vero, voglio però rammentargli che anch’io ho un nome e un cognome. Mi chiamo Alberto Ferretti. Eh già... Ferretti, un cognome che il Senatore dovrebbe ricordare molto bene... Ma evidentemente è un cognome che gli evoca ben altre battaglie ideali e valoriali, così diverse e più nobili rispetto a quelle che lo vedono impegnato oggigiorno e che lo spingono - con un accanimento degno di miglior causa – a ricercare le più raffinate strategie per far vincere il centro-sinistra così in Comune come, soprattutto, in Provincia. Con le sue impuntature personalistiche e sicuramente suicide per la sua parte politica.
Quanto poi al Partito che rappresento, si chiama La Destra. Eh già... Destra. Anche in questo caso posso comprendere l'idiosincrasia del Nostro rispetto a questa parola, che evita accuratamente di pronunciare da quando si è “votato” anima e corpo al PDL, abbracciandone la vocazione neocentrista, senza nemmeno domandare ai suoi se erano d'accordo.
Un’ osservazione la merita poi il modo sprezzante e irriguardoso con il quale Balboni utilizza la parola "camerati" o "neocamerati" per definire coloro che si riconoscono nei valori e negli ideali della destra italiana dei giorni nostri. Valori che evidentemente non gli appartengono più, forse perché mai gli sono appartenuti, come giustamente scrive Marcello Veneziani a proposito di Gianfranco Fini: "chi non ha mai creduto in nulla fa prestissimo a cambiare idea".
In questo caso il Senatore dimentica infatti che deve le sue fortune politiche proprio ai voti, all'impegno e alla militanza di quei "camerati" che oggi rinnega e denigra e che con i loro voti gli hanno consentito di raggiungere la posizione che oggi occupa. Si trattò dunque di una fiducia assai mal riposta da parte di quei "camerati". Un atteggiamento, quello del senatore, che ci pare assai simile a quello di colui che sega il ramo dove si trova seduto!
Siamo davvero curiosi di vedere in che stato verrà ridotto il PDL ferrarese dopo la "cura" di questo novello Robespierre, che avendo iniziato a far lavorare strenuamente la ghigliottina, ha già tagliato le teste dei dissidenti e più in generale di tutti coloro che, forti del loro orgoglio e della loro dignità, non sono disposti a piegarsi ai suoi diktat. Temiamo che, di qui a breve, si troverà a spadroneggiare nel bel mezzo di un desolante deserto dei Tartari.
Gradiremmo infine più educazione e rispetto nei nostri confronti. Come soggetto politico e come persone. Gli avversari non dovrebbero stare da questa parte della barricata, ma dall’altra.
Se il Senatore Balboni non l’ha ancora capito glielo faranno capire ben presto gli elettori ferraresi.