EAP? Basta con la moneta sterco del
diavolo
- e con l'umanista di corte....
Nel web, tra i dibattitti più sentiti
dalle anime sensibili letterate, è certa Police anche sensata su
certa mistificazione editoriale certamente troppo diffusa: perciò
alcuni siti ad hoc che testano con varie modulazioni gli editori, di
questo si parla, a pagamento e contemporaneamente indicano circa, più
o meno, centinaia anche di editori diciamo classici, non a pagamento.
Ebbene, certamente – ribadiamo –
operazione encomiabile, al di là di – su centinaia di editor
immacolati supposti- di certa probabile anche fisiologia refuso in
diversi casi (prevista comunque l'opzione doppio binario o simile).
Va da sé, alcune considerazioni
mecessarie per non – ancora una volta – sopravvalutare sia il
web, sia semplicemente fondamentali nell'era stessa di Internet,
intesa come potenziamentoe non solo come astrazione virtuale o
parademocrazia anarcoide.
Ne esiterà, a chi vuol vedere, un
quadro generale, fermo restando, ripetiamo per l'ennesima volta, il
principio di precauzione sollecitata da tale Editor Police nel web,
un poco piu complesso, in certo senso anche di senso opposto,
rispetto a certo percepito generale.
Infatti, chiunque ha bazzicato davvero
l'editoria, anche come semplice agente di commercio, per non parlare
in distribuzioni aziendali, sa benissimo che l'editoria non a
pagamento è anche in buona parte un mito.
Da sempre le principali casi editrici
stesse ai vertici, anche nell'era mitologica pre marketing
postmoderna, hanno sempre viaggiato, come si dice a doppio binario,
il caso di Montale stesso storico è appunto storia....
Ma il problema è un altro o meglio
diversi: il problema è non se l'editoria è EAP, ma se nelle varie
proposte dialettiche editoriali esiste almeno un wireless verosimile
tra autoproduzione autoriale, griffa editoriale e appunto la
proposta editroriale. Le copie stampate sono quelle previste? La
distribuzione idem? Esiste una postproduzione, davvero almeno una
minima azione concreta e efficacia di promozione su riviste e
giornali, non solo blog e siti piu o meno amatoriali, oltre le
diverse librerie on line?
Mica tanto note e potenti parecchie
anche delle supposte case editrici non EAP, indicate generalmente,
inoltre....
Non ultimo un dato storico
dell'industria culturale che – francamente- come ogni talebanismo,
ridicolizza i paladini crociati dell'editoria non EAP (supposta..):
nel cinema i grandi registi o anche quelli medi e minori a a quanto
pare si autoproducono -almeno non nell'assitenzialistica
Italia...(spesso non solo parzialmente) i film che fanno la storia
del cinema e dell'arte contemporanea come cinema. Quasi un inno alla
libertà e all'autonomia!
In letteratura invece a quanto pare,
prevale ancora certo mito umanista gutenberghiano, libresco: non solo
nostalgia del rinascimento dorato mai esistito in tal senso; il
denaro sterco del diavolo, la cultura vista come reificazione
oggettiva se anche mercantile! Tutti a sognare un Lorenzo il
Magnifico e come obbiettivo evidentemente, fare gli scrivani di corte
(chè poi l'ombra malcelata di parecchi intellettualoidi!).
Ma o si è mandarini o spiriti liberi!
Riassumendo: in democrazia 2.0, uno fa
quel cazzo che gli pare: ma la questione EAP va relativizzata,
dipende dalla qualità editoriale dei prodotti selezionati comunque,
da almeno certa azione mediatica. Perchè piaccia o meno: senza
informazione nel 2014 gli eventi non esistono, se non per le solite
caste nicchie italiote radical o trash chic choc.... Perchè, bastano
due righe di Freud, generalmente, chi aspira autenticamente a
pubblicare mira al successo, minimo o ..famoso: e certo purismo
appartiene sinceramente più a scrittori frustrati, mai "saziati" dalla
grande editoria (in generale, a volte Mercato penalizzante e disattento o poco lungimirante) o semplicemente non alla letteratura ma alla teologia
sebbene sprofanata...