Alma il telescopio a caccia dei buchi neri

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Altro che “Hubble”, ecco “Alma”: il telescopio globale per esplorare i buchi neri


di Peppe Caridi


La ricerca sui buchi neri si arricchisce di un nuovo e potente strumento. Un orologio atomico ultrapreciso e’ stato infatti installato presso il sito operativo dell’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (Alma), installazione astronomica internazionale in Cile, sostituendo quello usato finora al rubidio. Con questo miglioramento, l’Alma potra’ sincronizzarsi con una rete mondiale di installazioni di radioastronomia per dare vita ad una sorta di telescopio globale, grande quanto la Terra. Ad annunciarlo e’ l’European Southern Observatory (Eso). Questo telescopio globale avra’ la potenza in piu’ necessaria a vedere i dettagli dell’orizzonte dell’enorme buco nero presente al centro della Via Lattea ad un livello di risoluzione mille volte maggiore di quello ottenuto con il telescopio spaziale Hubble.

AlmaPrima pero’ che l’Alma possa offrire le sue capacita’ per questa e altre osservazioni scientifiche simili, dovra’ prima trasformarsi in un altro tipo di strumento, cioe’ una rete di antenne a fasi (phased array), che permettera’ a 50 delle sue 66 antenne di funzionare come un unico radiotelescopio, con una capacita’ di catturare la luce di una parabola di 85 metri di diametro. L’installazione di questo orologio atomico, alimentato da un maser (una sorta di laser a microonde) a idrogeno su misura, puo’ considerarsi come una sorta di trapianto di cuore nel telescopio. Tante le possibili future applicazioni per l’Alma phased array, tra cui quella di far parte di network globale di telescopi come il Global mm-VLBI Array e l’Event Horizon Telescope (EHT). In particolare, l’Eht sara’ cosi’ in grado di produrre immagini dell’orizzonte vicino all’enorme buco nero che si trova al centro della Vita Lattea. La potenza di questa rete di antenne globali trae la sua grande energia dal connettere antenne radio paraboliche distribuite nel pianeta in una sorta di telescopio virtuale grande quanto appunto la Terra. Si tratta di una tecnica chiamata interferometria, ed e’ lo stesso processo che l’Alma usa per combinare i segnali di molte antenne nelle sue normali operazioni. L’Istituto Max Planck di radioastronomia di Bonn sta invece realizzando il software necessario. ”Insieme all’Alma, l’Eht aprira’ una nuova finestra sulla ricerca dei buchi neri – commenta l’Eso – creando un nuovo strumento con la piu’ grande potenza finora mai sviluppata”.


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