"Avanguardia non è Ultima Moda"

*di Marco Tani

La follia è una strana malattia che, in talune forme, muta i sintomi a seconda del periodo storico e dell’ambiente in cui si attiva. E’ un male che prende tutti noi, non profuma più di assenzio e di stramonio, non segue più i deliri di William Blake o di Edgar Allan Poe. Non ci si taglia più un orecchio alla Van Gogh, ci si taglia la vita. Nel nostro tempo prende tutti noi e le istituzioni che sono fatte di singoli individui che alla fine siamo poi noi stessi perchè "istituzione" non è un concetto astratto, è un insieme di uomini e donne. A scuola per esempio non importa più essere analfabeti, basta avere il tablet. E' l'interpretazione consumistica del 2.0.  Non importa saper leggere un romanzo, basta organizzare la gita più costosa! Il telefonino ci manda continuamente messaggi di offerte che sono buggerate ma che accettiamo lo stesso; banche e finanziarie ci propongono comode rate per l'ultimo modello di hi pod o come diavolo si chiama, "occasioni uniche" (di merda) per andare in vacanza a rate ecc... RINUNCIAMO! NON COMPRIAMO PIU' L'ULTIMO MODELLO, DI QUALUNQUE COSA SI TRATTI. ASPETTIAMO! Avanguardia non è mai sinonimo di ultima moda. Anzi! Spesso è l'ossimoro della Tradizione. Avanguardia, comunque la si giri a destra o a sinistra, è un concetto aristocratico e mai massificante.Teniamo più che possiamo il vecchio cellulare, tanto non dobbiamo comunicare coi marziani. Di fronte alle maxiofferte del sistema rispondiamo con un sano MENEFREGO. Torniamo alla saggezza dei nostri nonni. E' come "smettere un vizio assurdo" per dirla con Pavese, un vizio assurdo che ci fa morire giorno dopo giorno perchè ci annichilisce e ci ammazza. Impariamo a CONSERVARE che non vuol dire tornare all'età della pietra ma solo restare più umani. Mettiamo qualche piccola banconota da 5 euro nel porcellino. COMPRIAMO DI MENO E RESPIRIAMO DI PIU' PERCHE' LA FOLLIA DEI MODELLI DOMINANTI SI TRADUCE NEL NOSTRO INDEBITAMENTO FRENETICO E NEL MOLTIPLICARSI DELLA FATICA INUTILE, SUL LAVORO E NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI. Si tratta di fermare una corsa insensata e trasformarla in una bella passeggiata che è la vita. E le banche, i potentati economici,l'usura internazionale, se cambiamo noi, forse dovranno fare anch'essi un vero reale passo indietro. La semplicità dobbiamo costruircela da soli. Nessuno ce la proporrà mai perché costa troppo poco. Costa solo la nostra rivoluzionaria volontà di vivere che non costituisce un affare per nessuno, altro che per noi stessi. Se fossero vivi Marinetti e Majakovsky oggi andrebbero nei mercati in cerca di cose di seconda mano.

Marco M. Tani

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