REPUBBLICA
FINALE MUNDIAL BRASIL 2014 GERMANIA-ARGENTINA AL 123'
RIO DE JANEIRO – La Germania è campione del mondo per la quarta volta come l'Italia. Dopo la finale in Corea e i due terzi posti, nel 2006 e nel 2010, corona un ciclo strepitoso andandosi a prendere quella coppa inseguita da 24 anni. Battuta l'Argentina che, come, nel 1990, è stata piegata solo da una giocata. A Roma ci pensò Brehme all'81', con un rigore procurato con astuzia da Voller, stavolta c'è voluta una magia di Gotze, il brutto anatroccolo, quello bocciato da ct e critica dopo la fase a gironi, per decidere la contesa dopo 123' di equilibratissima battaglia. E per il calcio è un giorno storico: è la prima vittoria di una europea nelle Americhe.
UN GRUPPO DI FENOMENI – Ha vinto la squadra più forte. Su questo non ci sono dubbi. La squadra che ha fatto vedere il gioco e i singoli migliori. In finale non ha disputato la sua gara più bella ma, ancora una volta, ha evidenziato personalità e carattere da vendere. Seppur stremata dalla fatica, dopo aver sofferto per tutta la ripresa, nei supplementari ha ripreso in mano il comando delle operazioni, ha chiuso l'Argentina nella propria trequarti e poco prima dei rigori ha trovato la giocata per fare la differenza con due, Schurrle e Gotze, che certo non erano tra i protagonisti più attesi. A dimostrazione di un complesso straordinario nella sua interezza. Chapeau. *VIDEO
Affari Italiani
Goetze dedica il gol del mondiale alla bellissima Ann Katrhrin
*GALLERY
FINALE MUNDIAL BRASIL 2014 GERMANIA-ARGENTINA AL 123'
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UN GRUPPO DI FENOMENI – Ha vinto la squadra più forte. Su questo non ci sono dubbi. La squadra che ha fatto vedere il gioco e i singoli migliori. In finale non ha disputato la sua gara più bella ma, ancora una volta, ha evidenziato personalità e carattere da vendere. Seppur stremata dalla fatica, dopo aver sofferto per tutta la ripresa, nei supplementari ha ripreso in mano il comando delle operazioni, ha chiuso l'Argentina nella propria trequarti e poco prima dei rigori ha trovato la giocata per fare la differenza con due, Schurrle e Gotze, che certo non erano tra i protagonisti più attesi. A dimostrazione di un complesso straordinario nella sua interezza. Chapeau. *VIDEO
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