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Nuove scoperte di Vittorio Sgarbi

 CULTURA ITALIANA NEL MONDO - "ITALIA 2014" - ALLA ROCCA FLEA DI GUALDO TADINO UN'IMPORTANTE OPERA DI PIER FRANCESCO MILA SCOPERTA DA VITTORIO SGARBI

 

sgarbi11Durante la visita dello scorso anno a Gualdo Tadino, in provincia di Perugia,Vittorio Sgarbi rimase particolarmente colpito dalla bellezza della Rocca Flea, considerata il capolavoro di Federico II nel Centro Italia,  e dalla preziosa e ricca Pinacoteca Civica, che riflette un rinomato patrimonio storico-artistico che ebbe origine negli anni seguenti l'Unità d'Italia, quando le opere d'arte iniziarono a confluire, da chiese, congregazioni, conventi e istituzioni cittadine, presso i locali del Palazzo comunale.  La Pinacoteca è costituita da una significativa espressione della cultura figurativa umbro-marchigiana, con opere risalenti al XIV – XVI secolo. Nel corso della visita, l’attenzione del noto critico d’arte si focalizzò in particolare su un’opera attribuita nel catalogo ad Antonio Gherardi, “Il Sant’Antonio Abate in lettura”.

Dopo un’attenta analisi, Sgarbi evidenzia che sia il soggetto che l’autore sono errati, ma trattasi secondo le attuali conoscenze, “di Pier Francesco Mola, l’autore di questo umoroso e fragrante Filosofo in lettura (olio su tela, 99x74cm). Il Mola, figlio di Giovanni Battista, architetto e autore di una Guida di Roma nel 1663, nacque in Canton Ticino nel 1612, ma venne a Roma con il padre a soli quattro anni, dove fu attivo fin dal tempo della formazione, già nel terzo decennio del Seicento”. Continua il critico “Con le composizioni a mezze figure, Mola perfeziona un genere nel quale si distinguono la cosiddetta Allegoria del temperamento flemmatico, ora all’Accademia di Venezia, La morte di Archimede, della collezione Busiri Vici, il Filosofo con giovane della Duke University di Durham, e la bella serie di Omero di Roma, Dresda e Mosca, fino al maestoso e pedagogico Socrate che insegna ai giovani la conoscenza di sé del Museo di Lugano. Ma il momento del Filosofo di Gualdo sembra anche quello, proprio intorno al 1650, del confronto di Mola con Salvator Rosa, il cui Diogene del 1651, ora a Copenaghen, ispira la Predica di San Barnaba nella Chiesa dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso dipinta dal Mola nel 1652; evidenti sono le affinità tra la testa del San Barnaba, quella dell’Omero di Mosca e quella del Filosofo di Gualdo Tadino.  Probabilmente identificabile tra le opere elencate con titoli generici nell’Inventario dei beni del Cardinale Luigi Alessandro Amodei, del 1685”. Sulla scia di questa importante ricerca, Vittorio Sgarbi continua con il suo ragionamento “Quale ne sia la provenienza del Filosofo in lettura di Gualdo Tadino sentiamo la perfetta consonanza con la serie di dipinti sopra ricordati, e in particolare con l’Omero di Mosca, con il libro aperto dalle pagine ondulate, legato in pergamena. La mano forte e nervosa, il volto intenso e scavato, nella espressione drammatica e nella concentrazione del pensiero, la barba ispida come nel Guerriero Orientale del Louvre, datato 1650, la screziatura della cappa verde, neotizianesca, sono tipiche dei modi del Mola. Ma ancor più il fondo di cielo nuvoloso e le fronde alle spalle del personaggio rappresentano motivi compositivi ricorrenti nell’artista.....   C   ITALIAN NETWORK
Per un non addetto ai lavori il volantino della festa hip hop “Ferrara nel postoavrebbe potuto risultare a dir poco incomprensibile, ma evidentemente chi doveva capire ha capito bene se all’evento - organizzato domenica 2 marzo presso il centro Area Giovani - sono arrivati ben oltre cento ragazzi e ragazze da tutta Ferrara e provincia.
Alla jam – questo è il nome corretto per indicare questo tipo di raduni – hanno partecipato in tantissimi: breakers, dj, mc, writers, ma anche amici, curiosi e simpatizzanti, giovani in diversa misura coinvolti all’interno del vasto e variegato panorama hip hop.

Iniziative come queste hanno diverse funzionalità: non solo permettono a chi si avvicina a questo tipo di cultura di conoscere altre persone con la stessa passione,  costituiscono anche dei veri e provi banchi di prova per chi vuole passare dal vago interesse alla pratica. La jam è un momento di confronto e apertura: chi partecipa (dal ballerino al rapper, nessuno escluso) si esibisce di fronte agli altri e impara guardando le esibizioni di chi è più esperto. Si potrebbe considerare un appuntamento a metà strada tra la lezione e lo show, ci si espone ma allo stesso tempo si apprende. Chiunque può –ed è calorosamente invitato – a portare all’evento il proprio contributo; per questo sulle locandine vengono sottolineati termini come “open mic”, ovvero microfono aperto, e “cerchi liberi” - See more at: http://www.occhiaperti.net/index.php?id=195#sthash.PW7fuBfQ.dpuf

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