Antonio Saccoccio: La grande truffa e la grande bellezza del cinema contemporaneo

La grande bellezza e la grande truffa dell’arte contemporanea


 
C’è una scena de “La grande bellezza” che in pochi hanno sottolineato a sufficienza e che invece vale metà del film: la performance artistica all'acquedotto romano e la successiva intervista del giornalista Jep Gambardella (Tony Servillo) alla body-artista Talia Concept (interpretata da Anita Kravos).

Si tratta di una scena che mette in ridicolo le performance artistiche contemporanee, ma soprattutto l’ignoranza e la vacuità che si nascondono dietro quelli che si fan chiamare oggi “artisti”. Una scena che rivela una conoscenza piena del mondo dell’arte contemporanea e dei suoi grotteschi rituali.

La performance contiene tutti i luoghi comuni delle performance artistiche: la presenza di corpi nudi (che siano preferibilmente “bei corpi”); la preparazione di un set, possibilmente contaminando l’antico (l’acquedotto romano sull'Appia antica) con il contemporaneo (il palco di legno con tanto di segnaletica stradale); i riferimenti politici, meglio se internazionali (la falce e martello disegnata all’inguine); la presenza di sangue; il silenzio rituale di contemplazione-attesa rotto dall’urlo improvviso; la parola striminzita che deve risultare ambigua e allusiva a chissà quale dramma (il grido finale “Io non vi amo!”).

E poi c’è il pubblico, sul prato, ormai composto indistintamente da signori e signore dell’alta borghesia annoiata e dall’altrettanto annoiata gioventù pseudo-alternativa. La gente distesa sul prato che osserva attenta e concentrata la performance, e altrettanto diligentemente applaude, è un ritratto del vuoto esistenziale interclassista contemporaneo. La grande idiozia dell’arte contemporanea coinvolge ricchi e poveri, senza più alcuna distinzione, tutti uniti nel presentismo modaiolo, tutti alla disperata ricerca di qualcosa che li faccia sentire “diversi”, capaci di intendere qualcosa che gli altri non capiscono. Tutti privi delle facoltà, culturali, intellettuali ma soprattutto umane, utili a decifrare la palese truffa che si cela dietro la parola “arte”.

....ANTONIO SACCOCCIO   cont. LIBERI DALLA FORMA