Luca Siniscalco: Klimt e l'arte totale a Milano *by Luuk Magazine

Apre ... al pubblico, presso il milanese Palazzo Reale, la mostra “Klimt. Alle origini di un mito”. L’esposizione, realizzata in collaborazione con il Museo Belvedere di Vienna (Österreichische Galerie Belvedere), promossa dal Comune di Milano-Cultura, organizzata grazie al supporto di 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group, si avvale della preziosa curatela di Alfred Weidinger, esperto di Klimt e vice direttore del museo austriaco, e di Eva di Stefano, grande studiosa italiana dell’opera del genio mitteleuropeo.
Gustav Klimt Fuochi fatui 1903 Olio su tela, cm 52 x 60 Collezione privata europea © Alfred Weidinger

Gustav Klimt
Fuochi fatui
1903
Olio su tela, cm 52 x 60 Collezione privata europea © Alfred Weidinger




La mostra espone un centinaio di opere, di cui venti sono oli di Gustav Klimt. Un numero rilevante se si rammenta che sono soltanto cento al mondo i dipinti e gli affreschi dell’autore della cui esistenza vi è comprovata certezza. L’esposizione configura un percorso dal taglio didattico, volto a individuare il percorso artistico dell’autore nelle sue diverse sfaccettature: partendo dal contesto famigliare, segnato per Gustav Klimt da una passione pittorica condivisa coi fratelli Ernst e Georg, si arriva alla fase di apprendistato presso la Scuola d’Arte Viennese, al cui interno i tre fratelli fondano, col supporto di Franz Matsch, la cosidetta Künstler-Compagnie (Compagnia degli Artisti), legata a modelli storicisti; segue una fase di crisi artistica risolta da Gustav mediante l’adesione alla Secessione: si apre uno stadio nuovo, nell’intensa ricerca di un’arte realmente totale, capace di abbracciare le diverse espressioni artistiche – pittura, scultura, architettura – nella potenza di un unico, vigoroso gesto estetico. Quest’arte profondamente innovativa, eppure radicata in una precisa tradizione artistica, Giano bifronte stretto fra passato e futuro, trova massima espressione nel Fregio di Beethoven del 1901, riprodotto dall’originale nella presente mostra, quale coinvolgente simbolo della tensione trasvalutativa verso un’arte sublime. L’“itinerarium mentis in miraculum” – nostro conio per indicare la tensione klimtiana a un’estetica della meraviglia – trova conclusione nelle sale dedicate al ritratto ed al paesaggio.....

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