Greenpeace e le ecoballe

DI Alberto Guidorzimente computer

Greenpeace ha dato alle stampe nell’ottobre 2013 un piccolo fascicolo per spiegare le ragioni per cui è contro il “Riso Dorato”. Esso porta il titolo di “L’illusione “dorato”: le promesse non mantenute dal riso dorato  geneticamente modificato”.

Può essere interessante analizzare una ad una la falsità, i silenzi e le ipocrisie delle argomentazioni addotte, spiegabili solo per un partito preso ideologico.

Prima affermazione

Sarebbe necessario consumare  12 volte  la quantità normale di riso per raggiungere le soglie raccomandate di vitamina A da apportare.

  • La realtà: 100-150 g di riso dorato rappresentano il 60% degli apporti raccomandati di vitamina A.


 

Seconda affermazione

Il denaro investito nell’ottenimento del riso dorato avrebbe dovuto essere usato per finanziare dei metodi di integrazione della vitamina A conosciuti e approvati.

  • La realtà: Il costo di distribuzione di una dose biennale di vitamina A è di 1-2 $ per anno e per persona, ora la totalità di quanto speso  per il riso dorato non sarebbe sufficiente a coprire la semplice integrazione delle popolazioni con carenze della sola Asia per qualche mese.


Terza affermazione

Seminare il riso dorato in Asia potrebbe  compromettere in modo irreversibile le varietà tradizionali di riso

  • La realtà: L’IRRI (International  Rice Research Institute) che ha per missione la conservazione e la diversità del riso e che mette a disposizione 112.000 varietà  di semi degli agricoltori  del mondo intero, è lui stesso uno dei promotori  del riso dorato: anzi una delle sue prove in pieno campo con il riso GM per il gene della provitamina A è stato proprio saccheggiato da distruttori che l’hanno fatto in nome di Greenpeace.


Ma l’aspetto più importante sottaciuto dalla multinazionale ecologica è che il riso è autogamo ed ha un polline che resta vitale solo per qualche minuto e quindi l’isolamento delle diverse varietà di riso  non è per nulla complicato. Inoltre questo paventato inquinamento si produce dagli anni ‘70, cioè da quando si sono cominciate a diversificare le varietà coltivate grazie al lavoro del premio Nobel per la Pace Borlaug. Il polline di una varietà diversa da un’altra è geneticamente modificato sia che sia OGM o no!

 

Quarta affermazione

Il potenziale di effetti inattesi nel riso dorato è molto più importante che non negli OGM meno complessi, infatti, la manipolazione per produrre del Beta-carotene è molto complessa.

  • La realtà: Il riso dorato è stato sottoposto ad un processo di verifica molto stringente e che garantisce  che la trasformazione genetica riguarda solo la produzione di beta- carotene. Non è superfluo ricordare che i metodi tradizionali di selezione delle varietà comportano molte più modifiche nel genoma che quelle usate per conseguire una PGM


Quinta affermazione

Delle forti dosi di beta-carotene possono avere effetti  negativi sulla salute

  • La realtà: L’incoerenza non fa difetto a Greenpeace, dopo aver evocato l’insufficienza degli apporti di beta-carotene da parte del riso dorato, ora invece paventa il rischio di apportare dosi esagerate. Un consumo esagerato di beta-carotene non comporta nessun effetto sanitario conosciuto, salvo che per i grandi fumatori e con delle dosi 10 volte superiori al normale. Se è per questo non vi sono alimenti che non facciano danni se consumati in modo esagerato, compresa l’acqua potabile!


Greenpeace evoca anche il pericolo di un sovradosaggio dei composti intermedi (retinolo e acido retinoico) durante la trasformazione del beta-carotene in vitamina A; solo che questi composti esistono solo  nella carne, ma non si formano nel riso e nei vegetali in genere. Il beta-carotene del riso dorato è lo stesso di quello delle carote. Dunque il rischio evocato è lo stesso di qualsiasi altro vegetale non-GM. Altro aspetto dimenticato è che la produzione di retinolo è limitato dallo stesso organismo umano e ciò indipendentemente dalla quantità di beta-carotene ingerito.

Sesta affermazione

Il riso dorato comporta un regime alimentare basato su una unica fonte alimentare, cioè il riso, piuttosto che un aumento di fonti diversificate di alimentazione comportanti più vitamine.

  • La realtà: Il riso dorato, come tutti i supplementi di vitamine è solo un palliativo alle carenze alimentari  dovute alla povertà, anzi queste popolazioni non domandano altro che diversificare le loro fonti di alimentazione, solo che non ne hanno i mezzi. Il riso dorato ha il solo scopo di evitare ora delle morti e delle menomazioni evitabili e ciò fino a quando lo sviluppo di queste popolazioni le farà uscire dallo stato di povertà


 

Settima affermazione

Gli studi che mostrano un buon apporto di vitamina A da parte del riso dorato, sono invalidati in quanto le carenze alimentari  hanno come effetto una non buona assimilazione della vitamina A

  • La realtà: Il riso dorato non è la prima iniziativa che cerca di integrare i contenuti in vitamina attraverso la bio-fortificazione. Solo che è provato che  questo tentativo è efficace con le popolazioni sofferenti di carenze alimentari. La valutazione del tasso di conversione del beta-carotene in vitamina A è comunque previsto nel quadro della distribuzione del riso dorato alle popolazioni interessate.


Ottava affermazione

Se gli elementi biofortificati possono essere una soluzione efficace a medio termine contro la carenza in oligoelementi, non è tuttavia necessario ricorrere  all’ingegneria genetica  per ottenere la biofortificazione.

  • La realtà: Ancora un’altra contraddizione: da una parate Greenpeace contesta che gli alimenti biofortificati  possano essere efficaci per delle popolazioni mal nutrite (critica precedente), mentre dall’altra si afferma che la biofortificazione potrebbe essere efficace…ma a condizione di non essere ricorsi  agli OGM.


Inoltre le tecniche usate per realizzare la biofortificazione in beta-carotene della patata dolce o nel mais sono state rese possibili per il fatto che in queste piante esiste il gene dell’espressione del beta-carotene (infatti la patata dolce esiste color giallo e pure il mais). Quindi è bastato selezionare il gene con metodi di genetica classica. Nel riso (specie), invece, non è possibile in quanto manca il gene e pertanto occorre trasferirlo mediante transgenesi.

In Conclusione

  • Dal testo traspare evidente che si tratta di voler inculcare paure verso un piccolo passo fatto dalla scienza copiando la natura. Per poi dare il senso delle paure che si vogliono trasmettere si arriva a pretendere il “rischio zero”. Cosa mai richiesta a nessuna innovazione umana. Perché non aboliamo pasta e pane che non sono a rischio zero?



  • Da una multinazionale come Greenpeace ci si poteva attendere di meglio, come, ad esempio uno studio basato sull’analisi del rapporto benefici/rischi e che avesse capovolto il rapporto attualmente  assodato dove da una parte vi è la possibilità di salvare la vita a migliaia di persone tutti gli anni e dall’altra la constatazione che  dopo 20 anni, con l’11% di superficie investita nel mondo e con 4 miliardi di persone che hanno accesso a cibo proveniente da  PGM, eppure fino ad ora nessun riscontro di nocività è stato trovato.



  • Ancora una volta invece per gli OGM creati dall’uomo traspare solo un rigetto  globale, irrazionale, sistematico e solo di principio.



  • Greenpeace inoltre omette sempre di esprimersi sul fatto che molti medicamenti sono il frutto del metabolismo modificato geneticamente dall’uomo in certi microrganismi, ad esempio ormai l’insulina che viene iniettata dal diabetici insulino-dipendenti è tutta ricavata da OGM. Tacciono sulla cosa in quanto se si scagliassero su questi OGM come lo fanno sul mais e sulla soia, non sarebbero capiti anzi ritenuti cinici e insensibili. Ebbene perché non sono ritenuti tali anche per il loro comportamento verso il riso dorato che salva vite umane. O forse le vite umane dei paesi emergenti non meritano eguale rispetto?


FONTE SALMONE.ORG  (*ELOGIO DEL....)