Ferrara, la poetica attualissima e dirompente di Matteo Pazzi

Matteo PazziNuova Ferrara


Attuale, forte e da riscoprire il lavoro di Pazzi



Nonostante siano trascorsi ben 12 anni dalla pubblicazione di “Il pasto-sulla schiena impossibile di un giorno”, dell’autore ferrarese Matteo Pazzi, il libro merita di essere recensito e conosciuto, anche perché ancora strettamente legato all’attualità. Il libro è strutturato in 4 sezioni: Resiario ( Città-prospettive di assedio), Trave di deserto (mutilazione di esilio), Gli Entrati come una schiena di pane, Giorno impossibile dopo il viaggio. Nella prima sezione, due sono gli autori che hanno ispirato il poeta: Rimbaud, con Le Illuminazioni e Isidore Ducasse con "I canti di Maldoror". In Resiario, sono gli oggetti della città presa d'assedio che parlano, come nell’ “Antologia di Spoon River” erano i morti a raccontare. Nella seconda sezione si cambia prospettiva; gli invasori sono entrati nella città, e pongono sotto processo gli oggetti/abitanti del luogo, che avevano parlato nella prima parte. Nella terza sezione, l’obiettivo è centrato su coloro che hanno violato la città e l’hanno posta sotto assedio. L’autore ha volutamente scritto Entrati con la iniziale maiuscola, ad indicare che essi sono i depositari della Storia e che hanno cambiato la città anche con la violenza. In questa sezione, l'ultima poesia sottolinea la brutalità commessa ai danni degli abitanti del luogo e l'autore, intervistato telefonicamente, racconta che per comporla si è ispirato all’irruzione della polizia alla scuola Diaz, avvenuta nel Luglio 2000. Nella quarta sezione, coloro che all’inizio abitavano la città, non sono più oggetti, ma qualcos’altro e migrano, diventando esuli. Esuli da tutto e dalla Storia, e ricordano come era la città prima della caduta. L’autore rivela che la città sotto assedio è Ferrara, la quale ha perso attualmente la sua connotazione astorica e metafisica a causa del terremoto, che ha scosso alle fondamenta la nostra città e la percezione che i ferraresi hanno di essa come luogo privo di riferimenti temporali. Il libro merita di essere apprezzato, non solo per i vari collegamenti all'attualità, ma per la maestria del poeta che, nel 2013, ha sostituito alla collezione di oggetti della prima sezione de “Il pasto”, una collezione di stereotipi nel “Bestiario dell’estate”. Veronica Capucci