Un tempo e erano solo Tangeri, Essaouira, Agadir e Marrakech, dove negli anni Settanta artisti e musicisti hippies da Jimmiy Hendrix a Sting si riversavano in massa. Sulla costa atlantica si affacciano ora le nuove mete di chi sogna l'atmosfera antica di un Marocco inatteso. In particolare Safi, città dei fosfati, della ceramica e del pesce, si è svelata con un nuovo volto, fatto di incantevoli villaggi, lunghe spiagge e piccoli porticcioli, un tempo poco conosciuti. Grazie al clima mite e ventilato, che la rende sempre gradevole sta diventando, con i suoi dintorni, a partire dalla suggestiva Oualidia, la meta privilegiata di molti, che ne scoprono le virtù. E Oualidia, villaggio di pescatori costruito su un contrafforte roccioso affacciato sulla costa, dove l'Oceano forma un'immensa laguna, è la risposta marocchina a Saint Tropez. Ville dell'upper class locale, hotels e dimore come la Sultana e La Diouna di un'eleganza semplice e informale. Con una natura generosa, se pur priva di eccessiva mondanità, Safi affascina e conquista con i suoi scorci dei vita quotidiana con i suoi frammenti di umanità e graffiti di fantasia. Safi evoca atmosfere portoghesi, spagnole, genovesi ed ebraiche, ma è l'intera costa atlantica del Marocco a presentare un'immagine incantevole e generosa di immagini e di effetti stupefacenti, che combinano tradizioni e futuro. Un mondo di ignoti percorsi che sta conquistando i vertici del turismo di lusso in tutto il pianeta, ma anche i progetti di un domani migliore nel pianeta africano e arabo. Le avanguardie marocchine, oggi, dal canto loro, sono coinvolte in un processo di ricerca intellettuale di ampio respiro, quasi lanciate in un'avventura futuristica da noi non completamente percepibile e tanto più inimmaginabile in una stagione di re-islamizzazione dell'Islam conservatrice ed artificiosa, che il Marocco, la cui vocazione cosmopolita e universalistica è più antica dello stesso Islam, non potrà mai accettare.
Casalino Pierluigi, 26.10.2013