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Fabio Scorza interview: Frammenti d'Infinito

D- Dopo il "Pensiero Dinamico – Elogio al dubbio" una nuova opera, "Frammenti d'Infinito – I colori della vita". Continuità o differenze, o un mix?
Direi che si potrebbe trattare di una continuità differente. Mentre il "Pensiero dinamico – Elogio al dubbio" cercava di analizzare, in modo analitico e critico, i diversi ambiti della vita: materiale; sociale e ideale, più da un punto di vista filosofico e metafisico, il "Frammenti d'Infinito – I colori della vita" cerca di analizzare si la vita, ma da un punto di vista più empirico. Anche qui non mancano gli spunti per la riflessione metafisica, ma si è voluto privilegiare la vita vissuta; quella di tutti i giorni, ovviamente attribuendo un significato alle nostre esperienze, che pur apparendoci banali, nella realtà, non lo sono per niente. Quindi si racconta la vita quotidiana: quella che tutti viviamo, direttamente o indirettamente. L'obbiettivo è quello di stimolare, renderci più osservatori, ascoltatori e consapevoli. Si vorrebbe comprendere come le nostre esperienze, andranno poi, a incidere sull'evoluzione della vita e determinano la nostra visione del mondo e dei suoi concetti.

D- Più nello specifico... sui ... Colori della Vita...

I "frammenti d'infinito" sono la "totalità" del creato; le infinite forme di vita. Ovviamente considero la vita, come ho specificato in "Pensiero dinamico – Elogio al dubbio", la "totalità" di tutto ciò che esiste, "animato", o "inanimato", in quanto ciò che esiste non potrebbe esistere se non fosse vivo. Per fare un esempio, anche un'aggregazione di minerali (pietre) è viva, in quanto lo stesso aggregarsi richiede una volontà e la volontà richiede una forma d'intelligenza, la quale è un indicatore di vita. Tutte queste esperienze interagiscono di continuo e si condizionano tra loro in un'incessante trasformazione. "I colori della vita" sono le esperienze che ogni creatura fà e, essendo diverse tra loro, fanno di ogni creatura esseri unici. Questi frammenti e questi colori compongono l'universo infinito.

D- Perché il mondo gira ancora... in bianco e nero? Generazione daltonica???
Il mondo gira ancora in bianco e nero per il semplice fatto che l'essere umano ha bisogno di certezze, e le certezze, come ho scritto in "Pensiero dinamico – Elogio al dubbio", ci condizionano a tal punto che noi possiamo accettare solo il bianco e il nero. Non parlerei di daltonismo, poiché non credo ci sia l'impossibilità di vedere i colori, ma che ci sia difficoltà, soprattutto, ad accettare che la vita possano avere un'infinità di colori: questo porterebbe al ragionamento e al discernimento, cosa che la maggioranza delle persone non è disposta a sopportare... Loro hanno bisogno di qualcuno che le diriga, e che li sollevi da ogni responsabilità. Parlerei più di demenza; di intelligenza dormiente, o sedata; o meglio ancora ipnotizzata. Ovviamente questo fà comodo a una società governata da persone che ha tutto l'interesse a mantenere questo stato d'incoscienza, o coscienza ipnotizzata. Il controllo capillare e chirurgico delle "Masse" è sempre stato l'obbiettivo dei vari governatori che si sono succeduti nella storia e, dopo millenni, devo ammettere che hanno fatto un notevole lavoro e molti "progressi".

D- La parola o il pensiero cambiano il mondo?

Certamente entrambi cambiano il mondo, ma la questione è: come lo cambiano? Il pensiero può cambiare il mondo positivamente quando è abituato a pensare autonomamente, questo lo può fare se è abituato a dubitare, solo così potrà ragionare, discernere e andare oltre alla staticità ipnotica causata dalle certezze. Un pensiero dinamico e libero dai condizionamenti, attraverso la parola, scritta o verbale, può, con enorme fatica e con molto tempo, riuscire a cambiare il mondo facendolo evolvere in modo positivo. Un modo di pensare del tutto contrario a quello appena descritto, provocherà ovviamente, l'effetto contrario. "Frammenti d'Infinito – I colori della vita", attraverso storie quotidiane, vorrebbe abbattere i pregiudizi e farci vedere dei colori che normalmente, pur avendoli costantemente sotto gli occhi, non vediamo; vorrebbe farci sentire una parte del "tutto", in armonia con il creato universale, e non solo con i nostri simili. Questo è il tema di fondo e il filo conduttore di tutti i miei scritti.

Vorrei chiudere l'intervista con un'intervista: vogliamo un mondo a colori, o in bianco e nero?

Un affettuoso saluto a tutti, Fabio Scorza.

 

(*R.G.)

 

INFO:

http://www.cinquew.it/articolo.asp?id=16876  RECENSIONE FRAMMENTI D'INFINITO...

http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/2012/07/31/LL_34_16.html REPUBBLICA

 

 

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