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Tecnofilosofia: sul romanzo dell'uomo, dal futuro 3.0

Il sub-nulla, un'ipotesi assurda?
 

Maria Antonietta Pinna

 

L’esistenzialismo sartriano recita che l’essere è coestensivo al fenomeno, in pratica lo supera, trascendendolo. Il nulla è la distanza che separa il soggetto da se stesso, la messa in discussione dell’essere da parte dell’essere. La coscienza preriflessiva e autodeterminata esistente prima che l’oggetto ne favorisca la riflessione, introduce il generale nulla. Essa stessa è nulla perché rappresenta un’assenza e non è epifenomeno dell’essere.

Ma in tutto questo cosciente nullificare, ci siamo mai posti il problema dell’esistenza del sub-nulla, e della sua differenza qualitativa rispetto al nulla stesso?







Il nulla attiene comunque alla sfera emozionale perché è un vuoto di senso. Taluni affermano che il nulla sia concetto prettamente filosofico e che il vuoto attenga invece alla fisica. In realtà si tratta soltanto di intollerabili schematismi. Il vuoto genera ansia nell’uomo, vertigine, sensazione di impotenza. Di fronte a questa situazione non penso che il primo pensiero sia quello di rivolgersi ad un esperto in fisica quantistica. Nel significato nietzschiano il vuoto graffia l’anima. Sembrerebbe assurdo parlare di sopra e sotto in riferimento al nulla. Ma ci aggiriamo proprio sui sentieri dell’assurdo, quindi gli avverbi di luogo in questo caso sono indicativi di un non-luogo nel senso materiale del termine. Si concettualizza. Il sub è riferito all’inferiorità qualitativa del sub-nulla,  rispetto al nulla. Entrambi in teoria non dovrebbero contenere niente. I concetti di niente e di vuoto spesso si incrociano nelle filosofie occidentali. Però a pensarci bene il nulla, nel suo rapporto distorto con il vuoto, crea anch’esso angoscia. E’ dunque un elemento attivo che compie azioni incidenti sull’uomo, e può procurare ferite esistenziali più o meno profonde. Il sub-nulla invece non crea, è al di sotto della creazione, al di sotto del sentimento, sotto la terra non terra, sotto il cielo non cielo. Il suo unico motore è la totale indifferenza, uno stato di impermeabilità al mondo, che lo rende simile ad una psicopatologia. Il sub-nulla è dunque un concetto fortemente psicopatico, incapace di reale movimento. Uno stato non stato di degradazione del senso-sentimento. Laddove per il nulla si parla di vuoto generante angoscia e stordimento dell’uomo contemporaneo, il sub-nulla è il non spazio dell’alienato, del robot, del metallo traslucido e incolore, l’opaco indistinto mare della non sofferenza per assenza di tutto. Una degenerazione panottica non solo del senso come significato ma proprio come sentimento, come umanità...... CONTINUA

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