Sociologia e linguaggio: Moni Ovadia vs le belle addormentate griffate G8

Moni Ovadia
 
 
Le G8 Belle Addormentate di Lough Erne, si sono svegliate dopo oltre sei lustri, cioè da quando gli incantesimi delle reganomics e del thatcherismo, hanno cominciato a preparare il mefitico intruglio delle deregulation e dei liquami iperliberisti che l’«impero del bene» ha trangugiato a grandi sorsate, galvanizzato dalla sconfitta dell’«impero del male», con l’illusione di diventare sempre più forte, addirittura invincibile. Mentre quel pensiero magico, travestito da scienza economica, nutre la micidiale crisi che l’intero pianeta sta subendo e che, al di là delle belle speranze di ripresa, sembra godere di robustissima salute, l’economia reale continua a perdere progressivamente il proprio ruolo, il lavoro continua a pagare i conti dell’intossicazione da pozione mercatista. I responsabili del disastro, in primo luogo i manager delle grandi banche d’affari, dopo avere devastato intere economie nazionali, alla fine ne sono usciti pressoché indenni.
Le istituzioni internazionali competenti, forse eccitate dal seducente nome dal sapore sovietico di troika loro assegnato dalla stampa, hanno prescritto come panacea il rimedio esiziale della cosiddetta austerità (leggi macelleria sociale) sorde ai lucidi ed accorati appelli di grandi economisti come Krugman e Stiglitz. Poi, a macello perpetrato, si sono esibite in tardivi pentimenti come quello di madame Lagarde: «Forse ci siamo sbagliati». Ma non stiamo a piangere sul latte versato. Adesso le G8 Belle Addormentate, si sono svegliate e, fresche come rose, hanno scoperto che le priorità mondiali sono l’evasione e l’elusione delle tasse, i paradisi fiscali, quindi il riciclaggio di danaro sporco, l’economia criminale e l’economia sommersa. Ma va? Se continuano di questo passo, forse presto scopriranno che un’economia sana e giusta, necessita di una redistribuzione equa delle risorse e una riallocazione dei flussi di investimento a favore di attività che sanino il pianeta invece di devastarlo e che il welfare, messo in pratica in tessuti sociali bonificati dalla corruzione, sia attivatore di ricchezza e prosperità. In questo ultimo summit, al fine di contrastare i mali da cui è affetta l’economia planetaria, i G8 hanno stilato un documento in 10 punti sintetizzabili nelle tre T del britannico Cameron: tax, trade and transparency.
Per il momento si tratta solo di buona volontà… In attesa dei fatti, comunque si potrebbe chiedere agli «8 Grandi» di non salmodiare più che non ci sono le risorse, ma di comunicare che le risorse ci sono, in abbondanza, solo che vengono stornate a favore di malfattori e privilegiati. I cittadini del mondo, sentendosi ripetere questa verità, potrebbero anche decidere di rimboccarsi le maniche per cambiare lo stato delle cose.