Per ovvie ragioni l'emergenza di un regime comunista in Cina nel 1949 ha influenzato i paesi coloniali ed ex coloniali dell'Oriente in maniera più diretta che l'instaurazione di un regime comunista in Russia nel 1917. La Russia nella quale Lenin conquistò il potere era considerata dagli osservatori orientali come un paese europeo e per giunta un paese che fino a quell'epoca (ma lo farà anche sotto il sistema sovietico, peraltro, come abbiamo visto nella sua storia successiva, fino al crollo dell'Ordine di Yalta nel 1989-1991) aveva esercitato un controllo imperialistico su vasti territori dell'Asia. La Cina, nella quale il partito di Mao prese il potere era ancora considerata un paese orientale e la stessa sua prima rivoluzione moderna e democratica era stata concepita nello spirito di emancipazione nazionalistica dall'Occidente: e d'altra parte la Cina aveva anche subito pesantemente nella sua storia l'imperialismo occidentale e giapponese. Naturalmente l'anti-imperialismo comunista cinese esercitò una forte attrazione sui rivoluzionari nazionali dell'Asia prima ancora che i dirigenti cinesi conquistassero il potere nella Cina Continentale. La Russia sovietica allacciò amichevoli relazioni con la Turchia di Ataturk già nel 1920 e con Sun Yatsen e il suo governo nazionalistico di Canton nel 1923. E Nehru ebbe una parte rilevante nel congresso della Lega contro l'Imperialismo organizzato dai comunisti a Bruxelles nel 1927, mentre si registrava anche l'ascesa della contestazione alla pace di Versailles da parte della Germania pre-nazista e dell'Italia fascista. L'ostilità contro l'imperialismo occidentale esplose dopo la Seconda Guerra Mondiale, anche se si andò mitigando con la diversa piega degli avvenimenti seguita alla Guerra Fredda e alla divisone di campo non solo tra l'URSS e l'Occidente, ma anche tra la Cina maoista e la dirigenza della Russia sovietica post-staliniana. La fine del regime sovietico e del suo ordine e la spinta riformista,ma anche l'affermarsi della sua linea politica estera pragmatica, da parte della Cina post maoista, al pari dell'emergere dell'India come nuova potenza economica sono tutti elementi che hanno ribaltato i rapporti di forza tradizionali nelle relazioni internazionali, accanto al manifestarsi di imprevedibili ritorni del realismo politico coniugato con la fede religiosa nei paesi dell'area islamica. Se il futuro delle società occidentali attiene in maniera rilevante a quello del genere umano, quello delle società asiatiche, compresa in parte l'eurasiatica Russia, può influenzarne il passo, anche alla luce dell'attuale crisi globale dell'economia e dello sviluppo. In un momento in cui entra in sofferenza il principio stesso della società industriale e del suo policentrismo, accanto al ripiegamento dei valori legati alla ricerca del maggior benessere, il venir meno del lascito solidaristico nel nome della difesa dei conti pubblici non altrimenti tutelabili, ci pone davanti al grosso interrogativo sulla tenuta stessa del patto sociale che regge le grandi democrazie dell'Occidente e testimonia di quanto il minor consenso sociale dei paesi asiatici sia destinato a conquistare adepti e non a perderne, con grave regresso dell'idea stessa della civiltà occidentale.
Casalino Pierluigi, 27.06.2013