A metà degli anni Settanta nella serie delle sue essenziali e suggestive narrazioni dedicate alle vite di uomini illustri o Paesi lontani, Enzo Biagi, giornalista ora scomparso, pubblicò "LA RUSSIA VISTA DA VICINO", libro illuminante sulla società sovietica brezneviana, che stava vivendo una stagione di stalinismo senza lacrime, dopo l'effimera e tormentata primavera krusceviana. "Quando dico che vado in URSS", Biagi precisava, "non posso che dire vado in Russia". L'URSS non era dunque altro che la Russia e come sempre non era tutta feste e caviale, nonostante le trionfalistiche gesta dei cosmonauti e delle sonde spaziali verso la Luna, Venere e Marte. Esce in questi giorni un interessante saggio destinato ad evocare proprio quelle atmosfere, 1961-1964, L'Unione Sovietica che ho conosciuto" dell'ex comunista e funzionario di partito Camillo Ferrari ed edito da De Ferrari, Genova, al prezzo di 14 euro. La Russia sovietica del disgelo e dell'impresa di Yuri Gagarin, del confronto con l'Occidente e del crescente dissenso ideologico e geopolitica con la Cina di Mao, emerge dalla viva ricostruzione di Ferrari, che anticipa quei segnali di progressiva disaffezione al sistema e il manifestarsi delle contraddizioni e delle disillusioni che ne portarono al crollo nel 1989-1991. La condivisione degli ideali comunisti non impedì a Ferrari di cogliere i limiti di un mondo che, proprio all'inizio del lungo inverno brezneviano, stava mostrando sempre di più il carattere russo che non comunista. Il Marx sovietico parlava un linguaggio grande russo e stentava a stare al passo con una realtà internazionale che andava complicandosi, mettendo in crisi il modello uscito da Yalta, con l'irrompere di nuovi ed imprevedibili protagonisti. La scena interna ed esterna alla Russia recepiva gli echi di un mutamento d'accento degli equilibri scaturiti dalla seconda Guerra Mondiale. La stessa successiva esperienza gorbacioviana porrà in luce la progressione di tale processo, con la disintegrazione del socialismo reale. Le sensazioni e le atmosfere della Russia di Kruscev e di Breznev, attraverso gli occhi e il racconto di Ferrari ci riportano indietro nel tempo, ma parimenti ci consentono di leggere le vicende di quei giorni non solo alla luce delle considerazioni dell'epoca, ma anche dell'attualità.
Casalino Pierluigi, 6.06.2013