Sessuologia: PD+M... quante storie per un bacio d'avangardia

*by Fondo Magazine

 

Passano gli anni, si susseguono i Governi. Si firmano decreti tendenti al massacro dell’Italia, si distruggono i diritti dei lavoratori, e oggi si tenta di distruggere anche l’ultima parvenza di un Paese civile: la libertà individuale. La storia si ripete e stavolta non c’è Ivan Graziani a cantare di una giovane donna che ama provare piacere con un uomo più grande. Questa volta c’è una donna dai capelli rossi, piglio arcigno e tanto moralismo da far rabbrividire anche le nostre nonne. Questa volta c’è Ilda Boccassini che insieme al popolo dei falsi perbenisti avanza la pretesa di moralizzare il Paese, poiché secondo la loro prospettiva è più dannoso un pompino che il Mes votato all’unanimità il dicembre scorso. Per lo sviluppo del Paese è indispensabile, secondo loro, scopare meno e puntare il dito di più perché i cattivi stanno sempre dalla parte opposto alla nostra. Funziona così!
Oggi  al Palazzo di Giustizia di Milano è andato in scena il capolavoro assoluto  delle libertà negate: il processo a Karima El Mahroug. Sì, non era il processo contro l’uomo di potere Silvio Berlusconi. Il processo vero è contro una giovane donna. Karima El Mahroug  è una giovane donna, molto bella, corpo sinuoso, occhi grandi ed espressivi. Una bella ragazza che mi colpisce non soltanto per il corpo, ma soprattutto per la sensibilità dimostrata in diverse occasioni quando i suoi occhioni si riempivano di lacrime. Le sue non erano lacrime di gioia, ma di angoscia e dolore. Karima è una ragazza come tante, con i suoi sogni e progetti, con i suoi amori, con i suoi “colpi di testa” e la voglia di emergere. Una ragazza come tutte o, almeno, come tante.
Però Karima, a differenza delle “tutte” non proviene da una famiglia “perbene” e borghese. In arte si chiama Ruby e, secondo la Procura di Milano, a 17 anni ha partecipato alle tanto famose cene di Arcore. Ruby ha la colpa di essere andata a letto con un uomo più grande di lei. Sì, è colpevole perché a 17 anni ha deciso liberamente del proprio corpo e della propria libertà. Ruby non c’entra nulla con la politica. Lei vuole semplicemente vivere in pace la sua vita. Però le benpensanti sostengono il contrario e, fuori dal Palazzo di Giustizia di Milano, espongono cartelli dove invitano alla lapidazione. Questo voi lo chiamate Paese civile? Però poi si permettono di parlare di violenza sulle donne. La vostra violenza, care signore e signori, è più crudele di qualsiasi lapidazione.
Lapidate, col dito puntato, una giovane donna per colpire il “nemico” politico. Sembrano scene da Vecchio Testamento ed invece siamo nel 2013, viviamo in un paese occidentale che nulla c’entra con il velo islamico. Eppure oggi mi è sembrato di vivere in un paese dove ancora si pratica l’infibulazione. Ma siamo così sicuri di vivere in  un Paese libero dove lo scandalo maggiore è un’orgia vera o presunta? Ed ammesso che sia vera, non vedo quale sia  il problema.... C
http://www.mirorenzaglia.org/2013/05/ruby-quante-storie-per-un-pompino/#comment-13226