by Marialivia Brunelli/Estense com
" Chi riceve le mie mail all’una di notte capisce che il tempo libero nella mia vita è davvero poco. Tra la bimba neonata (la tastiera mi ha scritto BOMBA, e potevo anche lasciare quel termine vista la sua recente vivacità…altro che terremoto dell’Emilia, con tutto il rispetto), la galleria e ora anche questa follia (sana) di Grisù che si è inventato mio marito, si corre sempre come dei matti.
Ma voglio buttare nero su bianco una riflessione che mi urge, prima che la pargola si svegli, prima di correre dall’impiegata del Comune per issare le installazioni di Filippini in città, prima della visita oculistica perché con l’allattamento sono diventata un po’ “cecata”.
Ieri ero alla prima nazionale della versione integrale del docu-film di D’Onofrio, in cui protagonista è il nostro Andrea Amaducci, sulla situazione (penosa, delirante, tragicomica) della politica italiana attuale.
Si è creato un bel dibattito dopo la proiezione, e si è parlato ci cosa significhi fare davvero politica oggi. Andrea Amaducci diceva che per lui fare politica oggi è fare teatro in carcere, organizzare una cena di quartiere con bambini e anziani, disegnare i suoi “alieni” sui muri della città, per lanciare dei messaggi sociali ai passanti.
Mi riconosco allora come politica anche io: le installazioni urbane che continuiamo a perseverare a fare nonostante la mancanza di fondi, cercando strenuamente sponsor privati che credano in progetti con una vocazione civica: dai messaggi ambientalistici degli animali di Stefano Bombardieri alle bolle di Trarr davanti al Castello, per sensibilizzare sul fatto che le energie a Ferrara ci sono, energie sotterranee ma esplosive…ci sono eccome.
Una utopia politica collettiva rigorosamente bipartisan è Spazio Grisù, nella quale Amaducci non a caso sta sputando sangue…nel vero senso della parola, perché è lì quasi ogni giorno nei ritagli del suo tempo a spalare cacche di piccione dalla scala dell’ex caserma di via Poledrelli...C