Il sindaco Matteo Renzi: Parole in Libertà contro l'ictus del PD in doppio petto Grigio Monti



 
 
MILANO - «Non ci propinate più tutte queste parole trite, tristi, vecchie, stanche, questi riti vuoti, questi panegirici estenuanti. Basta». Il sindaco di Firenze Matteo Renzi, si sa, è uno che si diverte a sparigliare. E stavolta ha approfittato del gioco «Adotta una parola» lanciato in rete dalla società Dante Alighieri in collaborazione conil settimanale Io Donna e con Corriere.it per l'ennesima provocazione. E come parola ha scelto «propinare» (che è sinonimo di somministrare ma con valenza negativa, come nel caso di una medicina amara), elencando con puntiglio che cosa non vuole gli venga più propinato: «Nomine fatte col manuale Cencelli, centralismo democratico, unità d’intenti, verso convergenze parallele, serve una cerniera intermodale, sotto un certo profilo, questa persona è una risorsa per il partito, tavolo di concertazione, blocco sociale, sintesi feconda, felice connubio, pacchetto di sinergie, confluenza verso obiettivi comuni, forte condivisione, visione organica, occorre abbassare i toni, situazione contingente, dialogo interdisciplinare, adoperarsi per il bene comune, facciamo un ragionamento, mettere in campo delle politiche, analisi delle problematiche». E poi aggiunge: «Per favore, basta. Smettetela. Dateci invece parole di passione, coraggio, bellezza. Fateci muovere e commuovere secondo ritmi nuovi...
 
http://www.corriere.it/politica/11_dicembre_01/renzi-io-donna-adotta-una-parola_2451b808-1c20-11e1-8ed7-30f7808a816f.shtml