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POSTPRIMITIVI? di Giovanni Balducci

ALIGI SASSU.jpgL'ultima utopia: Primitivizziamoci 

(PHOTO Aligi Sassu)

 

A volte mi domando quali siano stati i vantaggi dell'evoluzione umana, ma non riesco a darmi delle risposte appaganti: Dai libri di storia abbiamo appreso che prima delle varie invenzioni che hanno modificato il modo di vivere dell'animale uomo, esso viveva sereno la sua vita da selvaggio non avendo altri assilli se non quello di appagare i propri bisogni primari: mangiare, bere, riprodursi ecc.

Per soddisfare tali bisogni poi gli uomini, erano divenuti esperti cacciatori, pescatori, e raccoglitori, adoravano le forze della natura, e soprattutto non si facevano scrupoli e seghe mentali come noi moderni riguardo ai rapporti interpersonali per lo più regolati da pulsioni istintuali com'erano.

Molti di noi pensano che quel mondo, quel modo di vivere fossero sbagliati, insomma diremmo oggi, dall'alto della nostra "infinita conoscenza", primitivi;

Ciò, a veder bene, è totalmente sbagliato, infatti, checchè se ne dica, quei trogloditi, quegli uomini più simili a scimmie che all'uomo moderno, spesso raffigurati dalla storiografia progressista ed evoluzionista come esseri animaleschi, brutali e quant'altro, non erano altro che sanamente ingenui, assillati da veri problemi, senza grilli per la testa, insomma scevri da ogni sorta di viltà e vanità, giusti inquanto conformi alle leggi della natura, mentre noi con la nostra voglia di conquistare il mondo, di asservire la natura, di dominare sul creato abbiamo prodotto solo guerre, malattie e schiavitù d'ogni sorta ( soprattutto schiavitù mentali e spirituali), creando leggi che limitassero il comune sentire naturale, nonché ulteriori finti problemi come quelli di accumulare ricchezze, con la sciagurata invenzione del danaro, la brama di successo, e soprattutto le religioni normative nate per regolare i nostri istinti primordiali.

Ecco perché davanti alle catastrofi naturali siamo assaliti da un senso di alienazione e di sorpresa, proprio perché abbiamo perso la nostra qualità di uomini-naturali, divenendo esseri anarchici ed individualisti, a se stanti dal ciclo naturale, a tal punto che quasi ci vergognamo di parlare di sesso o addirittura di sbadigliare in pubblico; siamo coperti con inopportune foglie di fico il basso ventre e siamo diventati così esigenti, così cattivi con noi stessi e con gli altri.

L'uomo moderno è ormai schiavo delle prigioni che si è fabbricato nel corso della storia, del ‘velo di maya’ che egli stesso ha steso sulla realtà delle cose che lo circondano, ma soprattutto sui suoi occhi; fittizie ed ingiuste sono le istituzioni da egli create , falsi e innaturali sono il mito del progresso e della civiltà.

L'uomo dovrebbe ritornare a vivere "selvaggiamente", senza finti moralismi e buonismi di tal sorta atti solo a mascherare una realtà tragica, ovvero, che abbiamo perso i nostri legami con la verità selvaggia, animalesca, e naturalmente giusta, costruendoci falsi miti divenendo più brutali dell'homo-erectus, perché non combattiamo più per la sopravvivenza, ma per impossessarci dei beni della natura e degli altri uomini al fine di accumulare ricchezze, facendolo con armi e con mezzi diabolici, sovrumani, come bombe nucleari, macchine da guerra sempre più sofisticate, trivellando il sottosuolo, creando scompensi geologici, in cerca del fottutissimo petrolio.

Mentendo a noi stessi, ci reputiamo migliori dei nostri progenitori, solo perché presi da un insensato falso pudore abbiamo cominciato a coprirci, solo perché ci siamo agghindati di superficialità snaturando noi stessi.

Non siamo più liberi, ma soltanto sacchi vuoti benché il nostro cervello sia pieno zeppo di congetture (astruse quanto false tra l'altro); siamo dei burattini insipienti che non hanno più il coraggio di esprimere le loro sensazioni, le loro emozioni, celando i nostri volti dietro maschere borghesi foriere di finti sorrisi e coltelli nelle reni.

L'uomo dovrebbe rendersi, invece, conto della sua natura, che è violenta, che è costruttrice e distruttrice al tempo stesso, e ritornare bambino, come lo era qualche miliardo di anni fa, o come lo era, più semplicemente, prima dell'avvento delle religioni normative(ebraismo,cristianesimo,islam). Cioè quello che dico è: Primitivizziamoci, il che non vuol dire tornare all’età della clava, ma riscoprire quell'ormai sopito, ma non del tutto estinto,  fanciullino
pascoliano che è in noi.

Giovanni Balducc
i

http://www.myspace.com/ilcafepeppina


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