LA SPAL SCONFITTA DAL VERONA

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FROM LA NUOVA FERRARA

SPAL K.O CON IL VERONA O-1 al Paolo Mazza

Dopo la tripallica gara di Monza immaginavamo una Spal col piglio dei giorni belli. Non è stato così. Intendiamoci, Centi & C. non hanno giocato malissimo. L'impegno è risultato massimale, la corsa non è mancata. Si è però avuta la sensazione che i biancazzurri abbiano mancato di impatto sulla gara. In questo senso: la squadra ha sì corso, ma l'ha fatto un po' a vuoto, sprecando tante energie per niente. Non c'è stato peso offensivo, con Arma solo là davanti. Non sempre si è vista adeguata lucidità nel leggere le situazioni proposte dalla partita, la Spal ha patito sia l'assetto variabile del Verona (4-3-1-2 col rombo in fase offensiva, 4-4-2 in fase di non possesso) che la proprietà tecnica, di disimpegno, di fraseggio rasoterra, dei gialloblù. Spesso, o più del solito, la Spal ha poi gettato molti palloni alti in avanti, rimbalzando di fatto sulla linea ospite davanti all'area. Non si sono trovate soluzioni di sostegno ad Arma, di appoggio al bomber, di penetrazione, di conclusione: il primo tiro in porta, la Spal lo ha scoccato al 48' della ripresa, facendo il bis poco dopo. Due grandi occasioni: troppo poco, e troppo tardi, per sperare in un bel risultato. Ci sarebbe forse stato il pari, ma non sarebbe mutata l'analisi del match.
 La Spal non era partita male, una gran palla pennellata da Centi ed un bel movimento collettivo in verticale avevano fatto pensare ad una buona gara. E' stato solo un flash. E nel quadro d'insieme crediamo si possa riflettere anche su un paio di scelte tecniche di mister Dolcetti.
 Come si era subodorato alla vigilia, Quintavalla (molto meno attaccante) è stato preferito a Cazzola, il neo-acquisto atteso al debutto come l'altro nuovo Cortellini. Dei due era più lecito aspettarsi il primo, titolare per tutta l'andata a Taranto mentre il terzino a Cesena non giocava da mesi. La presenza di Cortellini ha permesso di avere un autentico specialista del ruolo, e può darsi che Dolcetti abbia privilegiato tale opzione, scegliendo poi Quintavalla per avere una sorta di controbilanciamento tattico-atletico. O forse ha pensato che l'ingresso di Cazzola a gara in corso avrebbe potuto avere impatto maggiore sull'andamento del match. Sensazione? Il tecnico voleva impedire al Verona, nel primo tempo, di sviluppare le situazioni in cui eccelle, per poi provare a colpirlo ed affondarlo. Ma la rete dei veneti, ma con distrazione difensiva, ha complicato i piani. La reazione della Spal non c'è stata, Cazzola ha preso a scaldarsi al 39' ed è entrato ad inizio ripresa proprio per Quintavalla. Una situazione calda da palla inattiva non sfrutatta dall'ala e da Arma, poi - per i biancazzurri - solo un gran mulinare a vuoto e nessuna pericolosità, cui non ha ovviato nemmeno l'ingresso di Moro ed il passaggio al 4-4-2. Tra l'altro la variante è stata realizzata con l'uscita di Centi, ma viste le indicazioni del campo pareva più logico rinunciare a Cazzamalli, solo che oggi come oggi nessun allenatore si priva di un mediano di impatto atletico. Nessun frutto nemmeno con l'inversione delle ali Cazzola e Bracaletti. E nessun assedio al Verona. Solo in pieno recupero la Spal ha accentuato ritmi e attacchi, costringendo l'Hellas nella propria area, mandando avanti anche il portiere Capecchi. Così sono arrivate due palle-gol: sfoggiando prima quella pressione, il Verona poteva cadere.
 Il bello della giornata è che anche Pro Patria, Novara e Padova hanno perso. Al primo posto ora c'è anche la Reggiana. Insomma, sono tutte lì. Ma ciò accentua la frustrazione per l'occasione mancata.

(PAOLO NEGRI)

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