Venerdì 25 Luglio 2025 alle ore 18,30 presso Casa Borrelli Biblioteca e Caffè Letterario in Via Santa Prisca, 4 verrà inaugurata la mostra Bosich: Uomo, Intellettuale, Artista. Introduce e coordina il dibattito Ilaria Marongiu. La mostra organizzata dal Comune di Pau in collaborazione con la Biblioteca Gramsciana, Nur e Casa Borrelli rimarrà aperta sino a fine Gennaio 2026 nei giorni da Martedì alla Domenica, dalle 8,00 alle 20,00. Chiuso il Lunedì.
BOSICH: UOMO, INTELLETTUALE, ARTISTA.
La mostra, allestita a casa Borrelli a Pau e allestita da Mauro Podda, vuole essere un omaggio, a 5 anni dalla scomparsa, per quello che per i curatori e organizzatori era un uomo, un intellettuale e un artista: Giuseppe Bosich. Inoltre visualizzando il codice QR si potranno conoscere anche altri aspetti delle vita e dell'opera dell'artista attraverso il documentario La Rosa e il Cubo regia di Nicola Marongiu e Cinzia Carrus". Le opere, provenienti oltre che da quella della Biblioteca Gramsciana, da collezioni pubbliche e private, mettono in evidenza la poliedricità di Bosich sono esposti infatti oltre che dipinti su tela e carta , sculture, incisioni, ceramica ma anche opere frutto di partecipazioni presso laboratori artistici come quelli svoltisi presso lo studio di Fabrizio Da Prà a Masongiu dove l'artista aermato si confrontava con grande generosità con artisti più giovani. O ancora opere frutto di collettive o performance come quella di Alla Lavagna Artisti. Questa mostra, la prima dopo le più 500 fatte quando lui era ancora in vita, non vuole far altro che ricordare Bosic uomo, intellettuale e artista.Giuseppe Bosich (1945 – 2020) ha affrontato l'arte nelle sue varie sfaccettature. Di origine sardo-istriana, nato a Tempio Pausania (Sassari), nel corso della sua carriera ha spaziato tra le diverse tecniche tra incisioni, quali calcografiche, serigrafiche, xilografiche e litografiche, tecniche pittoriche come olio, acrilico, su carta, su tela, gouaches e acquerelli e scultura. Bosich si dimostra artista poliedrico, si è dimostrato sempre aperto a esplorare nuove strade e a unire l'aspetto tangibile con quello spirituale del mondo reale. Giuseppe Bosich, padre istriano e madre sarda, visse a Tempio Pausania. All'età di 18 anni, dopo alcuni anni all'Istituto Tecnico per geometri "Pes" di Tempio, al compimento della maggiore età, lascia il paese natio Dal 1965 al 1967 frequenta a Fermignano (Ancona) lo studio dell'incisore Piacesi, dell'Accademia Urbinate, a Bologna lo studio dell'incisore Leoni (allievo di Giorgio Morandi) dove apprende le tecniche d'incisione e stampa calcogra‑ca. A Milano ha frequentato il pittore Luigi Dalla Vigna, approfondendo le tecniche pittoriche e grazie al quale conosce e frequenta Renzo Modesti, poeta e gallerista, Patrick Waldberg, teorico del surrealismo, Maurice Henry, artista e storico del surrealismo, Ibrahim Kodra, pittore cubista e Giuseppe Spadaccini, editore di grafica internazionale. Nel 1967 ritorna in Sardegna ed abita a Ghilarza, in provincia di Oristano, dove trascorse buona parte della sua vita, e dove era situato il suo laboratorio artistico che il 17 gennaio 2001 verrà distrutto da un incendio. Diversi i campi di ricerca: gra‑ca, pittura, scultura. Bosich prediligeva però l'acquaforte come tecnica di incisione e di stampa. Nel 1967 il critico d'arte Enzo Rossi - Ròiss cura la sua prima mostra a Reggio Emilia. La prima di oltre 500 mostre. Lo stesso Bosich, nelle pagine introduttive della monografia Epifanie del 2015, racconta che Ròiss gli impedì di palesarsi come autore della mostra in quanto troppo giovane. Muore nel 2020 a causa di una malattia incurabile.