INDIA E PAKISTAN E ALTRO. I RESTI DEL RAJ BRITANNICO

Il 15 agosto 1947, tra massacri, emigrazioni di massa e retorica, ci fu la spartizione del Raj britannico ovvero del diamante dell'Impero di Sua Maestà. Il subcontinente e tutta la sua storia millenaria furono divisi con le conseguenze di guerre, povertà e profughi, oltre che di ulteriori divisioni e tensioni. Se è vero che i conflitti combattuti in 70 anni sono stati vinti dall'India, è anche vero che tale situazione, intrecciata nel contesto delle più grandi rivalità internazionali, non ha prodotto alcun progresso verso la definitiva pacificazione dell'area. Oggi addirittura gli opposti estremismi indù e islamico sono molto vicini al potere nei due Stati dell'ex vasto Indostan come lo chiamava mio nonno materno, che mi ha lasciato in ricordo dei suoi viaggi nel Golfo del Bengala una splendida e storica grammatica di urdu, la lingua ufficiale dell'odierno Pakistan e lingua franca dell'intero subcontinente, dato che, trattandosi della più parlata nella zona, si scrive in caratteri arabi in Pakistan e in caratteri devanagari (moderni derivati dell'ario-vedico e del sanscrito) in India. Il divide et impera inglese, pur di non lasciare una sola potenza emergente post-coloniale nonostante le sue , creò comunque problemi a catena tra un'iniziale India filosovietica e anticinese ed un Pakistan filocinese e filoamericano. Oggi qualche mutamento è in atto, ma i due schieramenti, coinvolti anche nella palude afghana e in una folle gara missilistico-nucleare, restano due punti caldissimi dello scacchiere mondiale e non meno pericolosi dall'incontrollabile Corea del Nord.
Casalino Pierluigi