CONSIDERAZIONI SULLA DIREZIONE DELLA PREGHIERA NELLISLAM



Per comprendere a pieno il discorso della Qibla, Una direzione è la Qibla, in particolare verso la Mecca, in cui si trova la Ka'ba, santuario millenario annesso all'Islam nell'anno 8 dell'Egira (630), quando Maometto riconquistò la sua città natale. Aldilà degli obiettivi spirituali (meditazione) e pratici (disciplina), la Qibla fornisce una direzione cosmica alla preghiera musulmana, consentendo ad essa di entrare in orbita con l'universo, con il cielo. Per i musulmani la Ka'ba non è sempre stata la direzione sacra. Incoraggiati dal loro Profeta, per mesi si svolsero verso un santuario straniero, Gerusalemme. Nell'infanzia di Maometto, infatti, la Ka'ba era il centro dei culti pagani. In seguito, dopo essere stato visitato dall'arcangelo Gabriele e aver ricevuto le prime rivelazioni, Maometto, naturalmente, si volse spontaneamente in direzione della Ka'ba per compiere la sua strana ed originale preghiera insieme alla moglie Khadija. Quando la Mecca si mostrò ostile, disprezzando il suo messaggio inedito, persistendo nell'idolatria ancestrale, , Maometto si adoperò per cercare il divino altrove. Considerato che gli Arabi continuavano ad essere pagani, Maometto si rivolse a Gerusalemme, come segno della sua scelta monoteista vicina al lascito giudaico-cristiano. Dietro a questa scelta si celò, quello che è stato definito dagli studiosi, il genio dell'Islam. Maometto liberò l'Islam dal sincretismo pagano delle credenze arabe tradizionali, per creare specificamente arabo, nuovo e rivoluzionario. La Ka'aba era la direzione degli idolatri, Gerusalemme quella dei veri credenti. Ebrei e cristiani dunque sembrarono a Maometto alleati naturali della causa islamica per logica e coerenza spirituale. La comunità ebraica non accettò alcuna strumentalizzazione della fede biblica a vantaggio del nuovo credo, mentre Mentre i Cristiani, altro popolo del Libro, assumevano il volto magnanimo. Il Profeta rinunciò poi a Gerusalemme come Ka'aba solo dopo aver perso fiducia negli Ebrei, trovando più comprensivo e magnanimo il comportamento cristiano, in particolare del leggendario Negus d'Etiopia, che ospitò i musulmani perseguitati dalla Mecca. Tutti gli orientalisti si sono occupati della questione, riassumendo per grandi linee il contesto internazionale in cui Maometto iniziò a predicare e in particolare le opposte forze che si fronteggiavano sul terreno della religione. Gli Arabi invidiavano Ebrei e Cristiani, perché avevano un'identità, mentre per gli Arabi tale identità non c'era, almeno nominalmente.
Casalino Pierluigi.