NE' A SINISTRA, NE' A DESTRA

Intellettuale a tutto tondo, Nicola Chiaromonte (1905-1972) fu uno dei pochi autentici "irregolari" del Novecento italiano, scrittore, filosofo, ma nobn docente, critico teatrale e di vita, combattente in Spagna con Malraux (l'autore de La Condizione umana), esule in Francia, in Algeria, in Marocco, negli Stati Uniti, tornato in Italia nel 1953, creò e diresse con Ignazio Silone la rivista terzoforzista "Tempo Presente" (1956-1968). In un'epoca di provincialismo conformista e settario, quella rivista dischiudeva vie critiche che consentivano di approdare al meglio della cultura europea e alla meno ortodossa cultura italiana. Critico con gli intellettuali filosovietici, antifascista intransigente e insofferente al dogmatismo clericale, non godeva di simpatie né a destra, né a sinistra. Amante della classicità grecolatina, leggeva i testi greci antichi in originale e ne apprezzava lo scontro tra l'hybris e il senso del limite, visse per un certo periodo nell'indigenza, considerata una "condizione psicologica permanente", rappresentò tuttavia un modello originale di libertà di pensiero, pur nel confronto serrato e vivacemente polemico, con l'altro da sé. Paradossalmente ci fu un'interlocutrice particolare ed insospettabile che egli frequentò con un fittissimo scambio epistolare (solo tra il 1967 e il 1972, anno della sua morte) i due si scrissero oltre 1200 lettere, stringendo un legame di elevata e mera dimensione intellettuale. L'interlocutrice era la monaca benedettina Melanie von Nagel (ssister Jerome), residente in un convento del Connecticut (un epistolario che ricorda, mutatis mutandis quello alle claustrali di Giorgio La Pira). Nel carteggio viene sottolineata l'insensatezza della Storia, ma anche emerge un sottile dialogo sul sacro tra un agnostico e una credente, in cui non emergono parole di circostanza o improntate a farisaica diplomazia.
Casalino Pierluigi