IL RAPALLO GHEIST

Il Rapallo Gheist o spirito di Rapallo del 1922 è stato oggetto di studi e di analisi che si intrecciano ancora oggi nel complesso delle relazioni internazionali, in particolare di quelle europee. E' stato osservato, in proposito, che Rapallo fu più importante per il significato politico che gli fu attribuito in seguito, il cosiddetto Rapallo Gheist, che per il contenuto stesso del trattato russo-tedesco. Esso infatti registrava l'avvenuto accordo tra le due parti sulle questioni controverse lasciate in sospeso  alla vigilia della conferenza di Genova: la Germania rinunciava ad ogni pretesa di compenso per le sue proprietà in Russia e così facendo, riconosceva le misure di nazionalizzazione del governo sovietico, non soltanto quel governo. In uno scambio di note fra i due Stati che accompagnò la sigla del trattato, la Germania si impegnava infine a non partecipare al "consorzio europeo", senza il previo accordo russo. I membri più autorevoli della delegazione sovietica a genova non mancarono di avvertire tempestivamente che il trattato con la Germania era suscettibile di compromettere le possibilità apertesi con la risoluzione di Cannes di avviare la normalizzazione delle relazioni diplomatiche con tutti i governi europei. In un telegramma inviato a Lenin dopo Rapallo, Litvinov pose infatti il quesito se fosse stato opportuno rendere di pubblico dominio la notizia della firma dell'accordo con la Germania, rischiando così una rottura dei negoziati in corso con gli altri Stati europei presenti a Genova. Lenin non mostrò di dare eccessivo peso alle preoccupazioni di Litvinov. . Mentre il Politbjuro decideva di rendere subito nota la notizia dell'avvenuta firma del trattato di Rapallo, Lenin consigliò alla delegazione sovietica anziché di procedere con cautela , di adottare un atteggiamento più intransigente di quanto avrebbero voluto Cicerin e Litvinov, nelle trattative ancora in corso sulla questione dei debiti, sfruttando l'atout del "significato di principio del trattato russo-tedesco", su cui si sarebbe conformata d'ora in avanti l'intera politica internazionale del governo sovietico.
Casalino Pierluigi