Ferrara, la paleoeconomia dei Draghi....

fonte Ferrara Italia   C. Pisapia


Politica e finanza: il "whatever it takes" di Mario Draghi



Fonte: Il Sole24ore



Questo eloquente grafico mostra l'espansione del bilancio della Banca Centrale Europea (Bce) e ci dice che ha superato i 4.000 miliardi. In realtà potremmo osservare lo stesso fenomeno se guardassimo il grafico della Fed americana o della Boj giapponese, ma cerchiamo adesso di comprendere per bene il dato.
Per qualsiasi azienda nel mondo, e anche per qualsiasi famiglia, se aumenta la cassa vuol dire che sono aumentati i soldi a disposizione e quindi è aumentata la capacità di spesa. Questo può avvenire perché ho venduto un maggior numero dei beni o servizi che produco o perché ho abbassato i costi. Per le famiglie, perché magari ha cominciato a lavorare anche uno dei figli oppure perché tutta la famiglia sta risparmiando per progetti futuri più di quanto spende.
Da dove arrivano invece i soldi della Bce che le hanno permesso di espandere il bilancio? Non produce beni e tantomeno ne vende. Elargisce servizi (o almeno dovrebbe), simili per esempio alla scuola che produce cultura, oppure alle forze armate che producono sicurezza, cosa rende quindi così speciale il suo bilancio?
Proprio il fatto di essere una banca centrale, non un'azienda e tantomeno una famiglia. Un grave errore di metodo, se davvero si vogliono capire questi fenomeni, è proprio fare questi paragoni. Si rischia di ragionare, per esempio, come Giannino quando urla da Radio24, ovvero si parla di economia senza capirne il senso, con l'aggravante di confondere le idee a chi cerca di avvicinarsi al tema.

Una Banca Centrale il denaro lo crea e se funziona bene ne crea esattamente quanto ne serve al sistema. Infatti, se ne immette in circolazione troppo poco si ha la deflazione, se ne immette di più del necessario, si ha l'inflazione. Quale di queste situazioni è la peggiore? La deflazione protegge i creditori, cioè chi i soldi li ha, mentre l'inflazione protegge i debitori, cioè chi i soldi non li ha e quindi li chiede in prestito. Negli anni Ottanta si pagavano, per esempio, interessi del 20%, ma se l'inflazione era al 18% allora si pagava realmente il 2% netto. Con l'attuale deflazione se l'interesse da pagare è il 3%, questo è un dato reale, senza sconti per lo Stato e per i cittadini che poi sono chiamati a ripagare in un modo o nell'altro.

Il "whatever it takes" di Mario Draghi, pronunciato nel 2013, era una minaccia ai mercati, un messaggio per dir loro che dovevano smetterla di speculare sui cosiddetti paesi a rischio dell'eurozona. E che cosa stava minacciando esattamente? Minacciava… di stampare moneta, tanta e fino a quando fosse stato necessario, senza limiti di sorta, attraverso i prestiti alle banche a basso costo (1.000 miliardi di Tro e Ltro) e l'acquisto di bop, utilizzando l'operazione in codice "quantitative easing" (a oggi oltre 2.000 miliardi di euro).
Ecco, di conseguenza, spiegata l'espansione di bilancio della Bce: ha stampato / creato soldi.

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