RICORDO DI KARL OTTO APEL

Il 5 maggio scorso si è spento il filosofo tedesco Karl Otto Apel (1922-2017), figura di intellettuale di straordinario livello intuitivo, in grado di riscrivere uin termini rigorosi i fondamenti del'etica del discorso. Da sempre in dialogo con Habermas, che ha certamente più di Apel goduto di fama e di visibilità pubblica, il pensatore di recente deceduto ha avuto il grande merito di muovere da quella che lui chiamava "autocontraddizione performativa" per approdare ad una teoria critica della comunicazione. L'ipotesi di una trasformazione della filosofia sembrava piuttosto difficile da realizzarsi: anzi, sotto l'impulso crescente dell'informatizzazione emergeva prepotentemente un problema che ha occupato a lungo le opere di Apel e di habermas negli anni Novanta del secolo scorso, e che ancora ai giorni nostri è all'origine di gran parte delle nostre difficoltà, difficoltà che segnano negativamente il corso della civiltà. Il problema, dunque, della comunicazione, per essere più precisi dell'etica della comunicazione. A che serve, alla fin fine, dunque, far crescere la scienza, cercare un governo giusto, promuovere la pace, fare arte, in una parole, vivere insieme ai propri simili, se non esiste tra noi una particolare cura del linguaggio che ci impedisca di manipolare, ingannare, trasformare mezze verità in colossali bugie, di fornire al mondo solo disinformazione colpevole.
Casalino Pierluigi