Dopo la prima guerra mondiale, l'interesse economico italiano per il mercato cinese prende forma in una presenza del Credito Italiano (che nel 1919 fonda la Banca Sino-Italiana a capitale misto cinese e italiano), nella costituzione di una Banca Commerciale e Industriale per l'Estremo Oriente, a Tientsin, e di una Compagnia Italiana per l'Estremo Oriente. Gli italiani residenti in Cina salgono a 416 nel 1916 (un anno piuttosto dimenticato della prima guerra mondiale rispetto agli altri anni di conflitto) ed 623 nel 1922 (anno della Conferenza di Genova sulle questioni economiche successive all'immane conflitto appena concluso e del Trattato russo-tedesco di Rapallo tra la Russia sovietica e la Germania di Weimar), mentre le imprese sono 42 sempre nel 1916 e si mantengono su quel valore anche negli anni seguenti. Questo incremento è in parte fittizio, perché -a causa della fine dell'Impero austro-ungarico - alcuni residenti di quella nazionalità optarono per la nazionalità italiana, contribuendo così parzialmente all'incremento della presenza italiana in Cina. Negli anni del fascismo l'Italia assunse il ruolo di osservatore neutrale dei fatti dell'Estremo Oriente. Tuttavia la presenza commerciale si organizza, come dimostra la vicenda del prestito Skoda, affidato alla Banca Italiana per la Cina (banca a capitale interamente italiano, che nel 1925 aveva sostituito la Banca Sino-Italiana): unendo in un'interessante operazione finanziaria questo prestito con il pagamento dell'indennità Boxer, l'Italia avrebbe finanziato opere pubbliche in Cina, le cui forniture avrebbero dovuto essere acquistate presso imprese italiane. Anche sul piano diplomatico la presenza italiana va facendosi più attiva e culmina nel 1931 con l'invio di Galeazzo Ciano come incaricato d'affari in Cina (nella sua egazioni figurava un carabiniere che diede a mio padre Michele Casalino, il protagonista del mio IL TEMPO E LA MEMORIA molte informazioni sul mondo cinese), dove resterà fino al 1933. E' l'epoca della svolta nazionalistica di Chiang Kai-shek e dell'incontro tra il suo stato e l'Italia fascista sul terreno dell'anticomunismo. Nel 1933 viene creato a Roma l'Istituto Italiano per il Medio e l'Estremo Oriente ed intorno a quella data la Lega delle Nazioni invia in Cina italiani come consiglieri scientifici: Sardi per la cinematografia, Mari per la sericultura, Dragoni per l'agricoltura, Omodeo per l'ingegneria idraulica. Direttamente dal governo italiano vennero inviati invece Attilio Lavagna e, più tardi, l'ex ministro delle finanze Alberto de Stefani, la cui missione, avvenuta nel corso del 1937, fu interrotta dallo scoppio delle ostilità cino-giapponesi.2- (continua)