Ferrara, Giovinezza, giovinezza, il film perduto

fonte Ferrara Italia *Paolo Veronesi


ESTRATTO DA

Salviamo dall'oblio 'Giovinezza, giovinezza' e la Ferrara di quegli anni


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Sono trascorsi quasi cinquant'anni e nessuno, a Ferrara, ne parla più. Molti ricordano – ed è un bene – 'La lunga notte del '43' e 'Amore amaro': bellissimi film girati dal concittadino Florestano Vancini nel 1960 e nel 1974. E così pure 'Il giardino dei Finzi Contini' (1970), pellicola tratta dall'omonimo romanzo di Giorgio Bassani – il quale tuttavia rifiutò di firmare la sceneggiatura – che regalò a Vittorio De Sica l'Orso d'Oro al Festival di Berlino nel 1971, oltre che l'Oscar come miglior film straniero nel 1972. Quando va davvero bene, ma occorre fortuna, qualcuno rammenta inoltre che a Ferrara e dintorni sono stati girati squarci di due film sicuramente fondamentali per la storia del cinema, 'Cronaca di un amore' (1950) e 'Il grido' (1957), entrambi diretti da un altro concittadino divenuto giustamente e universalmente famoso: quel Michelangelo Antonioni che è persino riduttivo qualificare solo un regista e che – spero di sbagliare – molti stanno lentamente regalando all'oblio. Potrei continuare a lungo, ma gli elenchi mi annoiano: ho l'impressione che siano spesso snocciolati da chi ha poche idee.

La locandina di Giovinezza giovinezza

Di certo pochissimi ricordano invece che a Ferrara, nel 1969, si girò un altro film di pregio: si tratta di 'Giovinezza, giovinezza', tratto dall'omonimo romanzo di Luigi Preti, uscito nel 1964 e poi tradotto in decine di lingue. E anche se nel libro l'autore trasfigurava la nostra città in una misteriosa Padusa, era peraltro chiarissimo che in esso si narravano vicende ferraresi. A firmare il film era Franco Rossi, assai noto in quegli anni per aver diretto 'Odissea', lo sceneggiato messo in onda dalla Rai nel 1968 con enorme successo di pubblico. Chi può mai dimenticare il terrificante Polifemo, realizzato da Mario Bava? Dietro la macchina da presa dipingeva la bellissima fotografia in bianco e nero del film ferrarese un ancor giovane Vittorio Storaro, il quale avrebbe vinto poi ben tre premi Oscar e contributo alla riuscita di alcuni lavori davvero preziosi, ne ricordo solo uno, il mio preferito: 'Il conformista' di Bernardo Bertolucci.
Tutte le pellicole che ho sopra menzionato sono state – fortunatamente – riversate in videocassetta (al tempo dei videoregistratori) poi in dvd (nell'era dei lettori); talvolta capita addirittura di scovarne qualcuna nella programmazione sempre più asfittica di Sky. Per 'Giovinezza, giovinezza' niente di tutto ciò. Il film è scomparso e la celluloide che lo componeva si è come metaforicamente sfarinata.

Molto ci sarebbe invece da dire su questo film, sul libro dal quale è stato tratto – pur discostandosene, se ben ricordo, in più d'un accento – e sull'autore di quest'ultimo: quel Luigi Preti, politico socialdemocratico ferrarese, membro dell'Assemblea Costituente e poi più volte consigliere comunale, oltre che deputato e ministro della Repubblica. Personalmente ho potuto assaporare la pellicola una sola volta, tanti decenni fa, nel corso di una rassegna organizzata da Paolo Micalizzi presso l'allora cinema Embassy, gestito dall'appassionato Antonio Azzalli. Poi il buio....

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