LA GRANDE REGRESSIONE

La GRANDE REGRESSIONE è il titolo di un fortunato libro, che, pubblicato in tedesco, è uscito contemporaneamente in tutte le lingue europee. Si tratta di una raccolta di interventi che definiscono con tale titolo il nostro tempo, richiamandosi ad un altro libro del passato, la GRANDE TRASFORMAZIONE di Karl Polanyi (1944). Un'opera la GRANDE REGRESSIONE (in Italia è stato pubblicato da Feltrinelli), che è nato all'indomani degli attentati terroristici a Parigi nel novembre del 2015. Tra catastrofismo, volontarismo e senso dello sconcerto e dello sconforto, afferma l'idea che ci stiamo lasciando alle spalle un certo sistema di vita faticosamente conquistato nei secoli di storia dell'Occidente, di cui si avverte un irreversibile declino. Regredisce, dunque, il mondo dei valori del cosmopolitismo e dell'illuminismo, dell'apertura della mente e delle frontiere che ne segnava il successo. Una cultura nobile, illuminata e  sotto certi aspetti solidale, nonostante le frontiere che esaltò la Guerra Fredda, ricorrendo ad una sovranità che aveva non solo la possibilità, ma anche il potere di fare. I principi kantiani che sancivano quel sistema ora sono attaccati dal populismo, dall'erosione della classe media, dal declino d una Unione Europea, incapace di guardare oltre l'austerità e i sovranismi. Abbiamo di fronte a noi, per dirla chiaramente, solo una politica dell'audience. Ecco di qui la GRANDE REGRESSIONE. La marea migratoria e l'incapacità di affrontarla in modo comune ha dissotterrato il razzismo e la confusione. Di qui la deriva della democrazia. Già dal canto suo la democrazia non può fare a meno dei partiti e, probabilmente, per questa ragione ha goduto di cattiva fama, nell'antichità come nei tempi moderni. Il ruolo dei partiti e della democrazia tradizionale viene posto in forse da sconvolgenti eventi dissacratori che, parafrasando Tocqueville, tendono a trasformare la democrazia in demagogia cieca e senza sbocchi. L'eclissi della ragione comporta un declino a cui al più presto si porre argine, pena il crollo dei nostri valori millenari di convivenza e di dialogo.
Casalino Pierluigi