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Russia, il passato nel suo futuro?

Il misfatto di Mosca, con l'eliminazione di uno dei più importanti oppositori del regime, fa sempre di più assomigliare ad un tradizionale dispotismo orientale che ad un paese con vocazione democratica come spesso il suo leader afferma essere. Non è qui il caso di fare dei processi alle intenzioni, ma sembra che l'evento porti la firma di qualcuno molto in alto, anche se non si può puntare il dito su una persona in particolare. E pur tuttavia il segnale non è confortante e si configura come una riprova che in Russia il processo democratico è ancora lungo, molto lungo. Quando la Russia era zarista e poi quando la Russia era sovietica il modello di potere era asiatico o paternalistico orientale. Con la nuova Russia post-sovietica non è chiaro quale nuovo sistema si stia affermando, perché il vizio d'origine permane ed il suo nome è tentazione totalitaria". Aldilà della facciata, la Russia ritrova quel virus letale per la democrazia che in questi ultimi anni ha rinnovato la sua presa sulle istituzioni e sul comportamento di esse. Se il dopo- Rivoluzione d'ottobre fece dire allo stesso Lenin che il paese si stava avviando ad una restaurazione orientale, il pessimismo del fondatore dell'Urss non fu senza seguito. Lenin sapeva che Marx aveva insistito sulla necessità del controllo democratico di base sullo stato proto-socialista. E si accorgeva che l'involuzione burocratica derivava, purtroppo, la sua ragion d'essere da un fondamento sociale e di pensiero che era nel DNA del potere in quel paese. La nuova burocrazia trascinava la Russia verso una restaurazione asiatica con maggiori strumenti di controllo. La Russia diventerà un'oligarchia di funzionari che dettava legge con un consolidato apparato industriale, che teneva le redini sugli organismi intermedi tra il vertice e il popolo, come i sindacati e le altre organizzazioni di mediazione sociale. Tale sistema restò in piedi fino alla caduta dell'Urss, ma come l'araba fenice è andato risorgendo nelle diverse stagioni del dopo Urss. Un sistema di schiavitù si era infranto, ma non vedeva ancora la luce un compiuto sistema di libertà e i segni di questo stato di cose si colgono ora ancor più chiaramente. Una questione su cui riflettere.
Casalino Pierluigi, 1.03.2015. 

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