La bella mostra inaugurata da poco a Ravenna e dedicata ad una stimolante prospettiva di dipinti sull'Italia dal Risorgimento alla Grande Guerra costituisce un momento di grande rilievo per rileggere la produzione artistica nel periodo che va dall'unificazione all'entrata in guerra dell'Italia nel 1915-1918. Ravenna coglie un'occasione storica per dare al Paese una possibilità unica, quella di offrire, insieme ad una felice classifica che la pone al primo posto nella qualità della vita tra le città del Bel Paese, un evento storico-artistico di prima grandezza. Ravenna ci presenta una carrellata di emozioni che ricostruiscono il percorso creativo, morale e socio-politico dell'itinerario civile d'Italia: un indagine compiuta e profonda sul costume di una società in evoluzione che culminerà nella fase incandescente di un primo dopoguerra dove la parabola del conformismo della belle époque si scontrerà con le audaci sfide del futurismo nel nome della velocità. L'elevata qualità di una tale esibizione conforta per la sua capacità di attrarre con le sue finalità non solo turistiche, ma anche didattiche; il mondo della scuola, infatti, è spesso estraneo ad esperienze di riesame critico del nostro passato e nella circostanza potrà concedersi una riscoperta del suo spirito educativo. L'arte, come è stato autorevolmente scritto, non è un bene d'élite, ma si configura come un'inestimabile valore civile e sociale, oltre che estetico, un patrimonio comune che ci consente una riflessione sullo stesso futuro di questa nazione scivolata nelle pastoie di una crisi apparentemente inestricabile.
Casalino Pierluigi, 2.03.2015