La sfida di Tangeri ovvero l'inizio della fine. Dal racconto di mio nonno, testimone oculare.

Tangeri, marzo 1905. La sorpresa è grande e la notizia si diffonde con rapidità. La provocazione è di quelle che lasciano il segno. Un vero gesto di sfida che, che suona a francesi come un'umiliazione cocente. La sensazione di Parigi è di rabbia e di impotenza. L'evento è straordinario e costituisce una prova di forza senza precedenti. L'emozione che suscita è enorme davvero. Il Kaiser Guglielmo mostra con audacia sprezzante le insegne del suo rango. Passeggia orgogliosamente, accompagnato dai suoi alti ufficiali e dai ministri di primo piano del governo del Reich, sul lungo mare della città nordafricana, soggetta al regime internazionale, ma a ridosso del dominio coloniale francese in Marocco. Lo sfilare di uomini con elmi chiodati a pochi passi dal possedimento francese equivale ad una autentica beffa a Parigi. Lo scenario in cui irrompe la delegazione di Berlino è quello classico della belle époque. Tangeri, patria del viaggiatore Ibn Battuta e celebre per i suoi giardini e le sue belle case, offre uno spettacolo d'incanto. I caffè e i ristoranti sono pieni all'inverosimile di frequentatori e di oziosi provenienti dl mondo intero. chi si gode il panorama in pace e chi si intrattiene in colloqui d'affari o in chissà in quali altri impegni riservati.ma non di rado in convegni galanti con gentildonne o con giovani bellezze locali. Si vivono storie parallele: intrighi ed amori si intrecciano in un'atmosfera trasognata e sorniona, tra melodie arabe e suoni di orchestrine. Ad un tratto si interrompe il tranquillo procedere di ogni giorno. Il clima svagato e festoso viene sconvolto. " Ricordo tutto, ero giovanissimo: anche noi, raccontava mio nonno Lorenzo, veniamo richiamati dalla confusione; l'ufficiale di macchina mi tocca il braccio ed esclama: è il Kaiser!? Allunghiamo lo sguardo tra la foresta di teste e ci alziamo in piedi, lasciando attonito il cameriere berbero con il suo copricapo rosso in attesa di servirci le bevande ordinate, tra cui un accattivante tè alla menta alla moda marocchina. Un momento di libera uscita per noi ci fa davvero incontrare la Storia. Vivo l'inquietudine e lo sconcerto delle delegazioni straniere di stanza a Tangeri e la frenesia dei corrispondenti esteri che si affrettano a diramare la notizia ai loro giornali. I telegrafi sono roventi. La presenza del Kaiser è imbarazzante. Un mezzo navale tedesco, issando il vessillo del Reich, apparso all'improvviso nelle acque antistanti il porto vecchio e senza preavviso, è entrato in rada con il suo equipaggio imperiale; la nave si è mossa senza indugio, facendo il suo ingresso trionfale nel porto e poi attraccando per sbarcare il suo equipaggio imperiale. Il Kaiser è sbarcato tra scintillanti uniformi, con il suo seguito, sotto lo sguardo incuriosito e stupito della gente. Ostentato omaggio al governatore locale e ai suoi dignitari, il monarca tedesco esprime la volontà della Germania di preservare l'integrità territoriale del Marocco in gesto di sfida verso la Francia, oltre che di difendere gli interessi tedeschi nell'area. La circostanza scatena reazioni a catena e mette in agitazione le cancellerie. Si parla di note diplomatiche concitate e qualche osservatore evoca ultimatum con prospettive di scenari di guerra, per la pretesa violazione della neutralità tangerina. Il corteo, intanto, si avvia sicuro per le vie di Tangeri e guadagna dopo un po' la nave per il reimbarco. L'a passeggiata dimostrativa si è conclusa con tutti i suoi effetti, lasciandosi alle spalle l'irritazione francese". Si è trattato di un un brusco, clamoroso risveglio. I segnali che annunciano la fine di un'epoca per il Vecchio Continente si manifestano sempre più apertamente. L'Europa ha i giorni contati: la Grande Guerra è vicina. Tra breve, infatti, la conflagrazione del 1914  spegnerà ogni illusione. Dopo l'inutile strage il mondo non sarà più lo stesso.
Casalino Pierluigi, 1.03.2015