La parabola di Toulouse-Lautrec, da aristocratico ad artista bohémien.

CASALINO PIERLUIGI Avrebbe dovuto vivere da nobile e invece finì per condurre la propria esistenza da artista bohèmien, in un ambiente che era esattamente agli antipodi di quello in cui era nato. Di antica e ricca famiglia della Langue d'Oc, il piccolo Henri era figlio di un matrimonio tra cugini primi e tale circostanza gli trasmise subito una malformazione genetica. Anche il fratello minore di Henri, Richard, fu vittima di tale connubio imprudente e morì ad un anno dalla nascita. Ciò nondimeno il corso della vita di Henri non risentì molto di tale disgraziata unione (i genitori, non solo a seguito di queste vicende, si separarono). I segni della malattia cominciarono seriamente a manifestarsi all'età di dieci anni, ma non gli impedirono di proseguire gli studi, se pur trasferendosi da Parigi per tornare ad Albi, dove alla scuola pubblica gli furono preferiti dalla madre corsi privati. Durante e periodi di convalescenza, che lo costrinsero non di rado all'immobilità, il futuro artista, legge, disegna e dipinge.  Nonostante che il padre intenda plasmare il piccolo Toulouse-Lautrec a sua immagine e somiglianza, la consapevolezza di un precoce talento naturale spinge il ragazzo a studiare con un artist accademico di grande fama, Lèon Bonnat, divenuto poi docente universitario. Nuovi maestri si succedono a suo fianco ed egli si esprime su ottimi livelli, rivelando un carattere ed una vena creativa indipendente, lasciandosi influenzare solo d ciò che gli piaceva. Il porsi fuori degli schemi obbedisce al suo stesso temperamento snob, che, nonostante la sua formazione aristocratica, lo rende insofferente alle convenzioni. Dal 1884 si ritroverà a Montmartre, culla del'arte del suo tempo e ormai segnata dal suo mito improntato all'avanguardia. Di lì iniziò la sua stupefacente parabola di artista. Toulouse-Lautrec dipinge alla maniera e con l'audacia vicine a quelle di Degas. Si perfeziona con numerosi ritratti e litografia dai tratti sintetici e folgoranti, che fanno di lui uno dei padri dell'arte moderna. La parte migliore dei suoi lavori è conservata al museo di Albi. A motivo dei suoi atteggiamenti da dandy, sarà apprezzato da Oscar Wilde, al quale l'artista francese dedicherà un ritratto. Nell'ambito di una serie di opere dedicate alla vita nei bordelli parigini, Lautrec entra in contatto con un materiale particolarmente suggestivo, che meriteranno all'autore la riprovazione dei benpensanti. Nella  fase conclusiva della sua vita, Touluouse-Lautrec fronteggerà l'aggravarsi della condizione di salute, ma anche il serio problema del bere, problema che diventerà irreversibile, anche se tenterà di uscirne con adeguate cure di disintossicazione. L'artista morirà per una crisi epilettica nel settembre del 1902, all'apice di una carriera strepitosa, ma anche nel pieno di una deriva fisica e morale che lo condurrà alla ricaduta nel vizio dell'alcool.
Casalino Pierluigi, 28.02.2015