Silvia Leonzi e e Giovanni Ciofalo, Homo Communicans (Armando editore); da Morpheus alla Parola

 

Homo Communicans, una specie di/in evoluzione (Armando editore, 2014, ROMA)


 

di Silvia Leonzi ( professore associato in Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza Università di Roma. e Giovanni Ciofalo (professore aggregato di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza Università di Roma).


Comunicazione! La grande Torre di Babele contemporanea, oggi con il web diventata un Satellite quasi senziente in orbita con la Terra attorno al Sole, una Seconda Luna invisibile eppure percepita non stop dagli umani, maree di unità a base carbonio connesse in tutti i punti cardinali del pianeta.


In Italia, dall'editto in certo senso prima di Benedetto Croce e poi dello storicismo paramarxista invero e soprattutto comunista, nonostante la grande news anni 60 di Umberto Eco o di McLuhan via alcuni rari ottimi divulgatori (Gamaleri su tutti) gira e rigira ha sempre vinto fino a anni recenti la vulgata di Packardiana memoria, solo persuasori occulti i media. Si pensi in ogni caso allo stop conoscitivo e strategico e non solo, per certi aspetti quasi una Tac in controluce, ventennale della sinistra politica con la sindrome quasi del berlusconismo e del conflitto d'interesse sacralizzato per i canali Mediaset. Eppure si muove si cambia canale, parallelamente anche in Italia, non a caso con la fine dell'era del Cavaliere, con i primi effetti poltici da Internet, ovvero Beppe Grillo e Matteo Renzi.


E anche a livello metapolitico e soprattutto culturale e proprio sulla Comunicazione, finalmente sguardi più complessi, meno ideologici, hanno bucato se non i media stessi, la percezione stessa esplorativa e dialettica. Non a caso, in certa misura, proprio Armando editore, specializzata in testi scientifici sociali e casa editrice proprio di McLuhan (la prima in Italia) e dello stesso Gamaleri segnala negli ultimi anni diverse nuove analisi in tal senso. Questa novità... spicca sia per certo rigore tecnico.storico sia perché segnala sin dal sottotitolo specie in evoluzione... nuovi orizzonti conoscitivi, aperti, plurali, realmente dialettici e in progress. Quasi certo stile evocativo neodrawiniano rasenta se non gli assiomi certamente lo "spirito" di bestsellers classici non italiani quali il Gene Egoista di Richard Dawkins o il celeberrimo Il Caso e la Necessità di Jacques Monod.


Più nel focus, qua l'articolazione e il software è strettamente come avrebbe detto lo stesso Roberto Grandi, posttelematico e strettamente sociologico diversamente futuribile. Meno voli pindarici rispetto a certo futuribile italiano sempre minoritario, da Ceccato a Vacca, echi ben precisi nell'analisi del divenire storico e mutazione stessa squisitamente cibernetica del discorso stesso dei media a seconda del medium sempre mai ultimo, che automaticamente (echi del classicissimo L'Industria Culturale di Edgar Morin) riformatta il futuro anteriore stesso della comunicazione.


...Una combinatoria che esita se non centrale almeno Brand per captare se non la logica almeno la follia piaccia o meno positiva dei Media stessi, visti poi alla McLuhan come quasi ciberspazio naturale/artificiale fin dalla... Macchina Parola! Ulteriormente, alla luce anche non casuale di certo sdoganamento in Italia di certo futuribile radicale, con la discesa in campo ufficiale persino di Larry Page e Google su temi ieri l'altro avveniristici quali la Robotica e la Longevità, finalmente autori ricercatori in Italia che senza prenderla alla lontana, dichiarano controcorrente anche verso certo trend ecoluddista, l'indivisibilità quasi della mitica differenza e opposizione persino "ontologica" tra Artificiale e Naturale.


Libro in pillole che , come accennato traccia alcune mappe quasi "scientistiche" (sia ben chiaro doverose in certo caos post social network e convenzionale giornalistico) ovvero le gi famose (tra antropologia e sociologia) 3 H della Comuniczione:


La comunicazione è, almeno è verosimile, simultaneamente un ambiente Habitat, una psicoprossemica o socializzazione nuova o Habitus, una seconda o terza natura, a seconda del bordo progressista o persino radicale o Heimat.


E infatti, al passo anzi al volo con alcune chiare, se non inedite (ad esempio tematiche evidenziate ad esempio dal posthuman Roberto Marchesini a suo tempo dallo stesso Ceccato quando disquisiva di errore storico filosofico e logonica.. piu recentemente da futuribili quali Roberto Paura dell'Iff di Napoli (Italian Institue for the Future), dagli stessi più "astratti" transumanisti italiani Stefano Vaj e Giuseppe Vatinno, molto trasparenti implicazione pragmatiche anche per la vita quotidiana 2.0,


Vale a dire ..dopo l'Homo Communicans e ancora adolescente, mai più a priori, ma quasi multitasking - spiegano gli autori -  la lotta per la vita  è vista  e prospettata  non  come il solito e tragico e implosivo per forza Aut Aut ideologico a una dimensione (religioso-filosofico-politica), ma adattamento possibile con sempre soluzioni differenti; non ultimo e  coerentemente..., nella metafora e non solo, tale nuovo DNA quasi sociale diveniente e in corso, attraversa fondamentalmente anche  witz amplificazioni o potenziamenti direttamente dal Nuovo Immaginario tecnoscientifico e cinematografico e fantascientifico. Non a caso nell'incipit citazioni di Morpheus... e Obi Van Kenobi,  da Matrix e Guerre Stellari!


R.G.


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