Dal 1988 ad oggi 50.000 mila persone sono state vittime di errori giudiziari e lo Stato ha versato come risarcimento quasi 600 milioni di euro. Ma non tutti potranno essere risarciti, perché l’errore, a volte, non è dimostrabile, mentre con nonchalance la presunzione contraria sembra aver sconfessato il motto “in dubio pro reo”. Anche nel mondo dell’arte può succedere l’inverosimile che supera l’immaginazione. Il giovane regista Stefano Calvagna è stato vittima di un errore giudiziario, anzi, di un vorticante paradosso non revisionato. In questo caso la politica non c’entra nulla, come è fuori da ogni nostra intenzione fare della speculazione per interesse di bandiera, sia chiaro.
Se le sentenze si debbono accettare, si può senz’altro commentarle, anzi, si può fare anche di più: addirittura mettere in scena e interpretare la storia dalla quale scaturiscono. Dopo aver subito un tentato omicidio a colpi di pistola (ben sette) il 17 febbraio 2009, Calvagna venne arrestato dalla polizia e rinchiuso nel carcere di Regina Coeli con molteplici accuse. La più clamorosa, davvero incredibile, fu quella di figurare come il mandante del tentato omicidio, cioè di aver inscenato una farsa ai suoi stessi danni....