CICLO IN VERSO tappa a Ferrara, 4 maggio '12: verso l'Ecopoesia, intervista a Emilio Diedo

 

 

CICLO IN VERSO tappa a Ferrara: intervista a Emilio Diedo

 

 

 

 

D- CicloInVerso- poesia e bicicletta, a metà tra ecopoesia e happening letteralmente dinamico?

 

 

R- Potrei dire di sì, ma vorrei essere più presuntuoso dicendo che CicloInVerso rappresenta un’unità dell’ecopoesia e contemporaneamente un’unità di quello che a ragion veduta tu chiami “happening dinamico”. Un ibrido che ha appunto la sua specifica identità nell’idea progettuale del Ciclo aperto alle mille e più possibilità sinestetiche che l’arte possa assommare tra le sue più diverse e disparate specialità (sezioni scritturali, sezioni figurative, sezioni musicali, sezioni cinematografiche ecc.). Ed effettivamente – l’hai affermato nella prima parte della domanda – la bicicletta non è una metafora, bensì il mezzo di congiunzione tra luogo e luogo e tra location e location, che tiene continuamente in bilico l’idea del comunicare, del conoscere ed indefinitiva dell’approfondire, in pressoché tutta Italia, i rapporti con chi vanti sentimenti e/o vocazioni analoghe.

 

 

 

D- CicloInVerso- gli ideatori?

 

 

R- E qui bisogna che ritorni nei ranghi, in quanto non sono io ad essere annoverato tra gli ideatori. Io posso solo essere considerato un valido (almeno lo spero!) collaboratore, una solida spalla a supporto d’un unico e solo ideatore, Enrico Pietrangeli. Io e lui ci siamo conosciuti proprio grazie a tale portentoso meccanismo d’avvicinamento e di scambio estetico-culturale. Lui è l’ideatore ed io sono stato un buon consigliere almeno per l’organizzazione a livello locale, interferendo per l’ottenimento dei patrocini da parte della Provincia ed, in parte, del Comune di Ferrara. E naturalmente sviluppando idee a margine e cercando adesioni.Però, lasciamelo dire, l’ho sempre fatto con il massimo impegno, credendoci fin dall’inizio, a questa sbalorditiva iniziativa che, nel suo germinare, è nata come inarrestabile morula.

 

 

 

D- CicloInVerso: a Ferrara una tappa con... Pietrangeli e altri letterati ferraresi

 

 

R- Quella di quest’anno è la terza tappa a Ferrara, che viene dopo Ciclopoetica2010 e CiclioInVersoRomagna2011. Quest’anno è stata denominata, sempre dal suo ideatore Enrico Pietrangeli, CicloInversoEmilia2012. Ed è del tutto sui generis rispetto alle altre. Perché è un po’ riepilogativa, un po’ proposta sul doppio filo della realtà ciclo-ciclica della ricorrenza dell’evento, ed un po’ – e qui sta la sostanziale differenza – teorica. Con ciò voglio dire che si tratta della proposta d’un libro dello stesso Enrico Pietrangeli che, nella forma della poesia, è un revival di luoghi e di comuni amici artisti; ma soprattutto è la proposizione d’un filosofico percorso, dal tono esegetico, alla ricerca dei veri significanti del dolore, inteso in tutte le sue forme possibili ed immaginabili. Anche, ritengo, nella speranza di poterne umanamente vincere l’aspetto negletto che, per definizione, lo contraddistingue: semplicemente rafforzando il carattere dell’individuo umano. È chiaro che il dolore non si possa vincere. Ma al dolore si può cercare di predisporsi. Con umiltà e con rassegnata ma nel contempo convinta sottomissione.

 

Quanto agli “altri letterati ferraresi” (Rita Grasso, Rita Mazzini, Marco Vaccari, Zairo Ferrante, Stefano Caranti e Riccardo Ballola), io li chiamerei altri artisti, a tutto tondo. Di Ferrara ma, forse in prevalenza, di fuori Ferrara, provenienti da tante parti della Nostra Penisola… pedalando in amicizia e sintonia d’intenti.

  

 

(R.G.)