*from Resto del Carlino, novembre 2011
di STEFANO LOLLI
UN PO' THRILLER storico, un po' romanzo di «idee» per dirla alla Milan Kundera.
Il libro è un romanzo classico, ambientato tra l'Italia e l'Ungheria, tra Venezia, Bologna, Ferrara e Budapest dove si intrecciano le vicende di due uomini (e di due generazioni) di ungheresi vittime della storia, «entrambi figli del periodo comunista poi travolti dai rapidi cambiamenti della società WEB
Il giornalista ferrarese Claudio Strano, 49 anni: il suo libro si trova su www.lulu.com
— spiega l'autore —, il primo Gàbor manager emergente che vorrebbe trovare consolazione nei valori del passato, l'altro Balàsz giovane con famiglia a carico che si fa sedurre dall'idea dell'occasione di una vita».
E' una giacca che li lega (quella fornita dal ristorante Gundel), e che scatena la trama fitta di richiami a orga- nizzazioni criminali, musei decisamente particolari (la «Casa del Terrore») ed episodi della storia recente, realmente avvenuti.
«Tutto prende l'avvio nel 2004, che ha sancito l'ingresso nell'Unione Europea dell'Ungheria e di altri nove paesi dell'ex blocco sovietico», riprende Claudio Strano. 49 anni, già autore di raccolte poetiche («Borborigmi») e testi narrativi («Racconti di leggero astigmatismo») che ora approda alla forma del romanzo.
«Oltre ai timori, alle paure, alle fobie ed alle crisi di identità che hanno condizionato l'approdo degli ungheresi all'Europa — spiega il giornalista —, sono rintracciabili nel libro anche temi di attualità italiana: dalla discussione sulla procreazione assistita alla strage degli innocenti (i bambini abbandonati o uccisi), dalle questioni legate all'immigrazione all'incontro-scontro sulle culture diverse».
Evidenti, in chiave letteraria, i richiami a due grandi scrittori magiari (Sàndor Marai e Peter Esterhàzy), citati in cartaceo o in quello elettronico, vedi la web version in Lulu com: