RENZI 2000- il Pd si liberi dalla sindrome dell'antiberlusconismo

 


(Adnkronos) libero- ''In vaggio per Roma, sperando che la sinistra si liberi finalmente della sindrome del berlusconismo e dell'antiberlusconismo per raccontare finalmente i propri sogni e le proprie idee''. Lo scrive il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, su Facebook, mentre si sta recando in pullman alla manifestazione di Roma contro il governo.

''E' bello condividere il viaggio con tante persone appassionate'', scrive ancora Renzi, che poi annuncia: ''Poi rientro di corsa a Firenze per incontrare Jeremy Rifkin. Quindi Roberto Benigni in Palazzo Vecchio''.
 
.....da LA STAMPA
MASSIMO GRAMELLINI
La nomenclatura del Pd sta crocifiggendo Matteo Renzi perché il sindaco di Firenze è andato a fare merenda ad Arcore da Berlusconi, pur di ottenere dal governo un provvedimento fiscale a favore della sua città. Certo, sarebbe stato meglio se l’incontro fra i due furbacchioni fosse avvenuto a Palazzo Chigi anziché nell’abitazione privata del sovrano, nota agli annali per le cene a lume di candelotto con Bossi e le barzellette sul bunga bunga. Però il peccato veniale del giovane sindaco non oscura la realtà. Dopo il prepensionamento di Prodi, Renzi è l’unico politico del centrosinistra in grado di battere Berlusconi in una campagna elettorale.

Se il Pd intende governare davvero, deve aumentare i propri voti, non solo i propri alleati. Deve cioè convincere una parte degli elettori del Caimano a scegliere i democratici. Ora, conosco tanti berlusconiani delusi, ma neanche uno disposto a votare per Bersani, Vendola o chiunque altro sia stato iscritto al Pci. Mentre ne conosco parecchi che, nauseati da Silvio, sarebbero pronti a dirottare la loro preferenza su questo boy scout spregiudicato e post-ideologico, che a Firenze si è candidato in barba al Cremlino locale e l’ha fatto secco. La sinistra imputa a Renzi proprio questa «compatibilità» caratteriale con gli arci-italiani del fronte avverso. Il suo modo di essere, di fare e persino di parlare irrita i dirigenti del Pd, ma evidentemente non gli elettori. Non so dirvi chi abbia ragione. Ma so che Renzi, nel bene e nel male, appartiene all’attualità. Gli altri, al museo del Novecento.