*di Marcello Veneziani
Quant’è bella la Costituzione, e quant’è carina sua figlia, la democrazia parlamentare. Fini l’ha indossata in video, sfilando con la Carta in mano, i grandi saggi della Repubblica italiana, da Sartori a Zagrebelsky, l’agitano ogni giorno contro il Tiranno; la stampa e la nomenklatura inneggiano ogni giorno a mamma e figlia. Venerdì ero al Festivaletteratura di Mantova e ho ascoltato l’ex presidente della Corte costituzionale, Gustavo Zagrebelsky. Introdotto dal direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, prudente e signorile com’è il suo stile, il Professore ha difeso l’immortalità e l’immodificabilità della Costituzione contro la diagnosi di vecchiaia e la terapia di modificarla.
S-IL GIORNALE
Alla Mecca il profeta preferito dai musulmani era Mosè; a Medina il suo posto fu preso da Abramo, e Maometto trovò ottime risposte da opporre alle critiche degli ebrei:lui e i suoi musulmani erano tornati allo spirito più puro della fede (hanifiyya) proprio di quegli uomini che erano stati i primi muslim a sottomettersi a Dio. Non sappiamo fino a che punto Maometto abbia condiviso il desiderio di alcuni arabi degli insediamenti di tornare alla religione di Abramo. Nel Corano non viene fatta menzione della piccola setta meccana hanyfiyya;e la figura di Abramo prima delle sure medinesi fu oggetto di scarso interesse. Tuttavia, sembra che in questo periodo i musulmani chiamarono la loro fede hanifiyya, la vera religione di Abramo. Maometto aveva quindi trovato una via per confutare gli ebrei, senza abbandonare l'idea centrale della sottomissione a Dio anziché a una mera espressione terrena della fede, e la rivalutazione dell'importanza di Abramo gli permise di approfondire tale c...