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A Sakineh.
di Benny Nonasky
Un urlo spezza le ombre che nascondono il tuo volto
immerso nel silenzio sotto l'ombrello di un velo.
Chi ti ha più vista? Come ti riconosco?
So che sei rinchiusa nei meandri più luridi,
che stai pregando di morire non sapendo
nulla di quanta luce intorno
c'è,
di quanta luce ti stia cercando.
Questa luce non ha un solo nome:
è composta da milioni di noi,
che siamo te come te e per te.
Questa luce la stiamo costruendo
istante per istante per raggiungere
l'oscurità che ti incatena.
Noi stiamo urlando contro questi maledetti
che tentano di scrivere il tuo domani
con una pietra sanguinante
che da millenni rotola sul neutro suolo bianco.
(Lascia una scia che lenta si impregna e lenta evapora.)
immerso nel silenzio sotto l'ombrello di un velo.
Chi ti ha più vista? Come ti riconosco?
So che sei rinchiusa nei meandri più luridi,
che stai pregando di morire non sapendo
nulla di quanta luce intorno
c'è,
di quanta luce ti stia cercando.
Questa luce non ha un solo nome:
è composta da milioni di noi,
che siamo te come te e per te.
Questa luce la stiamo costruendo
istante per istante per raggiungere
l'oscurità che ti incatena.
Noi stiamo urlando contro questi maledetti
che tentano di scrivere il tuo domani
con una pietra sanguinante
che da millenni rotola sul neutro suolo bianco.
(Lascia una scia che lenta si impregna e lenta evapora.)