Barbara Cannetti 17 Ottobre-Day Contro il Sottosviluppo

Questi dati sono preoccupanti poiché evidenziano situazioni di debolezza e fragilità sociale: essi testimoniano ed al contempo sottolineano quel che già sapevamo, ossia che la crisi economica non è solo un affare dei mercati, delle banche, delle grandi società finanziarie, ma è un problema che incide sulla vita di tutti i cittadini.


La storia stessa insegna che le crisi economiche generalizzate -quando va bene- modificano le abitudini di consumo e -quando va male- innescano una serie di danni e disagi ancora più evidenti.


Le cause di un tracollo economico individuale e delle sue conseguenti ricadute sociali- possono essere le più disparate: si diventa indigenti se si resta soli, se si perde il lavoro, se ci si ammala o se la famiglia si disgrega...

Per questo motivo ha fatto molto discutere l’affermazione del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Sacconi che avrebbe affermato «La lettura dei dati della spesa per le famiglie varia a seconda di come si inquadra questa voce statistica: se la si considera in senso ampio, come possiamo constatare nel contesto della crisi che abbiamo vissuto, la famiglia viene indirettamente sostenuta anche dalla spesa per invalidità, per ammortizzatori sociali e pensioni». (fonte: “Il Messaggero” del 29 agosto 2010).


La realtà, in molti casi concreti, ha già smentito queste affermazioni; è infatti risaputo che la presenza di una persona malata o portatrice di una disabilità grave o gravissima, determina un peggioramento della qualità di vita dell’intero nucleo familiare anche sotto l’aspetto economico.


Sul sito Superando si legge inoltre che, nel nostro Paese, viene destinato appena l’1,2% del Prodotto Interno Lordo al sostegno della famiglia.


Stando così le cose, non ci si dovrebbe stupire del fatto che in Italia persistano livelli molto bassi di natalità e che –come denunciato da alcune associazioni di padri divorziati, alcuni di coloro che escono dalla propria famiglia si ritrovino in difficoltà. Chi lascia il tetto coniugale, infatti, si scopre molto spesso a dover sostenere i costi di gestione di una nuova abitazione, spesa che va a sommarsi al pagamento degli alimenti per figli e/o coniuge.


La giornata contro la povertà è dunque nata proprio per richiamare l’accento su tutti questi aspetti e per sottolineare l’importanza di porre in atto azioni correttive al fine di scongiurare situazioni estreme, quali la perdita della vita sociale dei cittadini più svantaggiati. Lo sanno bene i senza fissa dimora che ogni giorno sono costretti ad individuare nuove strategie per riuscire a soddisfare almeno i bisogni primari.


E se quel che è stato fatto finora per arginare il problema si è dimostrato insufficiente, le previsioni per il futuro più prossimo non sono affatto rosee dal momento che gli stessi tagli dovuti alla crisi economica vanno ad incidere su tutti i servizi che si possono erogare, sui progetti che si possono portare avanti sul territorio.


Asfalto, il blog che si occupa dei problemi e delle storie dei senza fissa dimora di Bologna è stato recentemente messo in vendita su e-bay. Si tratta di una provocazione posta in atto per tentare di reperire fondi, dato che il Comune ha dovuto tagliare i finanziamenti alla cooperativa sociale “La strada” con conseguente chiusura di alcune attività del centro diurno. È già successo al laboratorio artistico e, se non si troveranno altre entrate, presto toccherà anche a quello di informatica.


Il 17 ottobre si ricorderà anche questa amara realtà, perché per l’undicesimo anno consecutivo in molte piazze italiane i volontari organizzeranno ‘La notte dei senza fissa dimora’, un evento con cui si tenta di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla vita dei senzatetto.


In tutte le città che aderiranno all’iniziativa, si potrà assistere a diverse iniziative ed a mezzanotte, i volontari inviteranno i cittadini a dormire per strada (è il cosiddetto sleep out) nel tentativo di far comprendere a chi ha una dimora in cui tornare cosa significhi perdere tutto.

Un antico proverbio degli Indiani d’America infatti ricorda che “prima di giudicare un uomo, bisogna camminare per tre lune nelle sue scarpe”