La gente spesso dice:" Giornalisti si nasce".Si tratta naturalmente di un luogo comune,che contiene una sua base di verità. Il giornalismo,infatti,è un mestiere che solo in parte si può imparare.
Esso richiede prima di tutto una predisposizione naturale, una " stoffa",un carattere abbastanza particolare e per lo più legato a qualità innate della persona. Formalmente il giornalista è una persona che per professione scrive per i giornali o collabora come redattore alla compilazione di un giornale, è cioè,l'elemento attivo della cosidetta " industria della notizia". In realtà per essere in grado di svolgere bene questa professione egli deve essere una persona sensibile,attenta,curiosa,ricettiva,critica e soprattutto non deve farsi coinvolgere da posizioni politiche personali. Essere giornalista,dunque,non è semplicemente una professione come tante,poichè implica rivestire un ruolo che ha una notevole valenza " etica" e che richiede dunque responsabilità e consapevolezza ed è evidente che il suo svolgimento implica specifici doveri e responsabilità da cui un giornalista non può prescindere.
Per concludere si può affermare che questa professione individua una specifica etica professionale che impone al giornalista il rispetto di detrminati valori improntati alla salvaguardia della propria e dell'altrui dignità.
Il giudizio di qualità,in quanto soggettivo, è condizionato dal grado culturale,dall'educazione e dal gusto.
CRUDELIA DEMON
Alla Mecca il profeta preferito dai musulmani era Mosè; a Medina il suo posto fu preso da Abramo, e Maometto trovò ottime risposte da opporre alle critiche degli ebrei:lui e i suoi musulmani erano tornati allo spirito più puro della fede (hanifiyya) proprio di quegli uomini che erano stati i primi muslim a sottomettersi a Dio. Non sappiamo fino a che punto Maometto abbia condiviso il desiderio di alcuni arabi degli insediamenti di tornare alla religione di Abramo. Nel Corano non viene fatta menzione della piccola setta meccana hanyfiyya;e la figura di Abramo prima delle sure medinesi fu oggetto di scarso interesse. Tuttavia, sembra che in questo periodo i musulmani chiamarono la loro fede hanifiyya, la vera religione di Abramo. Maometto aveva quindi trovato una via per confutare gli ebrei, senza abbandonare l'idea centrale della sottomissione a Dio anziché a una mera espressione terrena della fede, e la rivalutazione dell'importanza di Abramo gli permise di approfondire tale c...