TURBOGAS, FALLIMENTO DELLA POLITICA LOCALE
La messa a regime della megacentrale da 800 MWe segna il più grande fallimento di politica industriale mai registrato a Ferrara. Le promesse sono state tante: riduzione dell’inquinamento, energia a basso costo, occupazione, investimenti, bonifica del petrolchimico, rilancio del polo industriale. Menzogne a valanga, che segneranno per sempre la coscienza dei partiti (il Pd in primo luogo) e dei politici (Sateriale, Tagliani, Bratti, Golinelli) che hanno sponsorizzato quell’impianto, regalando ad Enipower il più grande affare da quando opera a Ferrara. Nessuno, tra chi ha governato la città negli ultimi decenni, nemmeno il sindacato, si è mai occupato o preoccupato della capacità delle imprese del petrolchimico di riqualificarsi, di ristrutturare la propria filiera, di realizzare nuovi investimenti nella chimica fine, nella green economy, nella chimica vegetale, nelle biotecnologie e nelle nanotecnologie, nei nuovi prodotti per l’auto e l’edilizia, nella chimica ad alto valore aggiunto, nel cosiddetto vantaggio intellettuale italiano, ancora esistente. Ed il disastro, da anni annunciato, è purtroppo arrivato, tra menzogne sulla turbogas ed illusioni dispensate a piene mani ai lavoratori ed ai cittadini ferraresi.
La grave situazione del petrolchimico non ha tratto alcun giovamento dalla turbogas, in quanto diretta conseguenza di quelle non scelte o scelte sbagliate, che lasceranno alle future generazioni ferraresi un maggior inquinamento ed il problema irrisolto delle bonifiche, invece che nuove opportunità di lavoro in nuove imprese. L’avvio della centrale avviene in assenza di bonifica dei terreni e nel declino delle imprese dell’area industriale. Esattamente il contrario di quanto proclamato all’epoca della progettazione dell’impianto, segno evidente di una sostanziale incapacità di muoversi concretamente sulla strada dello sviluppo sostenibile e del fallimento del dialogo con i cittadini, rimasti esclusi da decisioni percepite come pericolose per la salute e per l’ambiente.
E mentre le emissioni della turbogas (micropolveri, ossidi di azoto, anidride carbonica) peggiorano la qualità dell’aria rispetto alla situazione preesistente, nessun nuovo impianto si è insediato nell’area. Estelux, “la più importante fabbrica di pannelli solari d’Europa” è svanita nel nulla. Rimane un condominio di vecchi impianti, con la presenza di Basell sempre più in forse. Anche il risparmio sull’energia elettrica fornita dalla turbogas si è rivelato una bufala, in assenza di una rete di distribuzione ancora da realizzare. I problemi della chimica sono ben altri. Due accordi di programma nell’arco di un decennio sono serviti a nulla. Restano terreni inquinati, non bonificati. L’unico soggetto a trarre beneficio da questa operazione è EniPower, che nella centrale ha trovato la gallina dalle uova d’oro, stante che l’energia prodotta, assimilata alle fonti rinnovabili, gode di incentivi statali milionari.
E’ stato un fallimento anche della democrazia. Fino al 2003 è stato solo silenzio. Poi la mobilitazione, soprattutto da parte dei comitati, Medicina Democratica e WWF. Inutili i dati e le analisi pubblicati negli anni. Inutile il referendum autogestito con 11539 partecipanti, dall’esito inequivocabile.
Il Palazzo ha sempre rassicurato la popolazione, pur avendo perduto in credibilità e fiducia, con percorsi di partecipazione sempre più inutili e vacui (Agenda 21). Tuttavia con due audizioni al Ministero, presso la Commissione VIA, ed altrettante relazioni tecniche/esposti da me elaborati, abbiamo ottenuto che gli offgas fossero trattati in appositi impianti, dopo che Sef aveva tentato di bruciarli direttamente nella centrale. Quelle due caldaie sono l’unico risultato concreto ottenuto.
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Ppf/MS